Da quando abbiamo acquistato la casina francese, ogni anno abbiamo il problema di cosa farne di tutte le mele che raccogliamo. Già qualche anno fa, cercando ispirazione qua e là, soprattutto in rete e principalmente su siti americani, che si sa che Oltreoceano con le mele hanno una certa esperienza, sono venuta a sapere che c'è chi utilizza la salsa di mele per ridurre la quantità di grassi, uova e zucchero nei dolci da forno. Naturalmente ho voluto provare anch'io e il risultato mi ha piacevolmente sorpresa.
diario semiserio di una contadina principiante sulla via per l'Autosufficienza...o almeno nei paraggi....
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lunedì 25 aprile 2016
lunedì 10 febbraio 2014
Il mio strucolo e il mio strudel per l'MTC di quella (Lasagna)pazza della Mari!!
Intanto una cosa l'ho gia' vinta: per la primissima volta da quando partecipo all'MTC pubblico nel primissimo giorno utile per inviare le ricette!! Hurra'!! Merito dell'oggetto della sfida lanciata da Mari Lasagnapazza, che vincendo la scorsa edizione dell'MTC si e' tirata addosso la sfiga si e' aggiudicata l'onore di condurre le danze in questa 36° edizione del gioco piu' bello del web! E ci sta facendo ballare a ritmo di strudel, la bella triestina.... Non solo il classico dolce da forno tipico della ricca tradizione culinaria della sua citta', ma anche il cugino salato e bollito: lo strucolo in straza! E se di strudel qualcuno ne e' uscito da mio forno, mai pentolone fumante aveva sostenuto galleggianti salsicciotti di pasta ripiena fasciati in aderentissimi ed elegantissimi panni. Mai prima d'ora. Ma d'ora in poi si', sicuramente! Entusiasmo alle stelle per questa preparazione che mi ha conquistata a prima vista, che conoscevo e gia' da tempo desideravo provare, ma solo il vederla proposta da Mari per questo MTC ha fatto scattare la molla decisiva.
Per questo mio primo di molti strucoli che verranno, ho pensato di proseguire con la carrellata di ortaggi dei quali, come ormai sapete, in casa La Valigia siamo tutti golosi: dopo barbabietole, pastinache e rutabaghe varie, e' ora il turno del Kohlrabi, che qui in Olanda chiamano Koolraap e in Italia cavolo rapa.
A dire la verita' non e' esatto definirlo rapa, dato che la parte che mangiamo si chiama torsa ed e' un ingrossamento del fusto che si forma poco al di sopra del terreno, quindi non e' propriamente una radice. A creare questa lieve confusione, penso siano l'aspetto, la consistenza e il sapore, molto simili a quelli delle rape bianche. In piu' il cavolo rapa ha un retrogusto abbastanza dolce che ricorda il cavolo, giustificandone il nome, e che si intensifica in cottura. Il Kohlrabi si puo' consumare crudo, affettato sottilmente in insalata oppure cotto: bollito, al vapore, in zuppe e minestre. Io ho optato per la cottura in forno che ne esalta la dolcezza e lascia la polpa piu' asciutta e saporita rispetto alla cottura in acqua. Inoltre con la cottura in forno gli zuccheri si caramellano conferendo un piacevolissimo aroma quasi di affumicato.
Zucca butternut, feta e yogurt greco, completano il ripieno in una bell'armonia di sapori che si contrastano e si bilanciano l'un l'altro. Armonia che si ripete anche nella salsa di porro cotto nel vino bianco, legata con un po' di yogurt greco. Solo due cucchiaini d'olio extravergine d'oliva oltre a quello presente nella pasta, che qui siamo ancora a dieta, volenti o nolenti. Considerando che le dosi bastano per 4 persone, direi che tutto sommato e' un piatto leggero, ma pieno di gusto.
Strucolo in straza
di Kohlrabi e butternut squash arrosto
con crema di feta al timo
e salsa di porri cotti nel vino
Per gli ingredienti e il procedimento per fare la sfoglia, vi rimando direttamente al post di Mari, dove troverete anche le foto del passo passo che vi saranno molto utili.
Uniche varianti apportate da me sono il tipo di farina ( io ho voluto provare una 0 artigianale che mi hanno regalato in Italia) e di conseguenza la quantita' di acqua che ho dovuto aumentare di circa 20 ml
Per il ripieno
Ingredienti
1/2 zucca butternut o 400 g di zucca gialla
2 cavoli rapa
2 cucchiaini di olio extra vergine d'oliva
sale e pepe
250 g di feta
100 g di yogurt greco
1 cucchiaino di foglioline di timo fresco
Accendete il forno a 200°C
Eliminate la buccia e i semi alla zucca e sbucciate e mondate i cavoli rapa. Tagliateli entrambi in dadi di circa 1,5 cm. Versateli in una teglia da forno, unite i due cucchiaino d'olio, il sale e il pepe e mescolate bene per distribuire il condimento. Infornate in forno gia' caldo per almeno 20/25 minuti o finche' le verdure saranno tenere e ben cotte, ma non sfatte. Durante la cottura mescolate un paio di volte e fate attenzione che le rape, piu' asciutte della zucca, non scuriscano troppo.
Nel frattempo sbriciolate il feta in una terrina e mescolatelo con lo yogurt e il timo.
Quando le verdure saranno cotte, sfornatele e lasciatele raffreddare. Nel frattempo stendete la pasta nello spessore e nella misura indicate nella ricetta di Mari.
Distribuite il composto di feta e yogurt avendo l'accortezza di lasciare liberi due centimetri di sfoglia su tutti i lati.
Distribuite anche le verdure in modo uniforme sopra al formaggio, poi arrotolate lo strucolo ed avvolgetelo nel panno, sempre seguendo le indicazioni di Mari.
Io ho usato una mussola di cotone che tengo apposta per questi scopi, che faccio bollire dopo averla ben lavata con sapone naturale, in modo da eliminare ogni traccia di detersivo, e che poi conservo in un sacchetto per alimenti a chiusura ermetica. La trama non e' fitta come quella di un canovaccio da cucina, ma essendo molto grande ho potuto avvolgerla piu' volte intorno allostrucolo e non ho avuto il minimo problema. Inoltre, non avendo a disposizioni pentole abbastanza grandi da consetire allo strucolo di galleggiare, ho pensato di lasciare lo spago che legava le estremita' un po' piu' lungo per poterlo fissare ai manici della pentola in modo da sostenere il peso del salamotto ed impedire che si adagiasse sul fondo. L'ho fissato facendo in modo che lo strucolo fosse coperto da un dito abbondante d'acqua e durante la cottura ho tenuto sul fuoco un pentolino di acqua bollente, che ho aggiunto man mano che il livello scendeva.
Fate cuocere lo strucolo, con la pentola coperta, per 35 minuti.
Mentre lo strucolo cuoce, preparate la salsa
Ingredienti:
1 porro
150 ml di vino bianco secco
2 cucchiai di yogurt greco
50 ml di latte
sale e pepe
Eliminate le foglie esterne del porro e poi affettatene la parte bianca molto finemente. Mettetela in una piccola casseruola con il vino, coprite, portate a bollore a fuoco vivo, poi abbassate la fiamma al minimo e proseguite la cottura fino a che quasi tutto il vino sara' evaporato ed il porro sara' ben cotto e abbastanza tenero da essere schiacciato con una forchetta. Ci vorranno piu' o meno 20 minuti. In una ciotola diluite lo yogurt con il latte e poi aggiungetelo al porro mescolando bene. Fate scaldare, ma non bollire. Aggiustate di sale e pepe e tenete in caldo fino al momento di servire.
Quando lo strucolo sara' cotto, scolatelo, liberatelo dal panno, tagliatelo a fette di circa due centimetri di spessore e servitelo accompagnato dalla salsa di porri.
Strudel di pere, ciliegie sciroppate
e mandorle amare
con salsa di sciroppo di ciliegie
Ed eccoci alla versione dolce, cotta in forno. Come ho detto all'inizio, di strudel ne ho fatti ben piu' d'uno in vita mia, seguendo varie ricette, ma senza trovare completa soddisfazione. Mari, invece, mi ha fatto scoprire l'acqua calda, e' proprio il caso di dirlo. Ammetto la mia ignoranza, ma io proprio non lo sapevo! Questa sfoglia e' una vera meraviglia, si tira senza difficolta' alcuna e diventa quasi trasparente pur mantenendo un'elasticita' stupefacente.
Qui per il ripieno ho deciso di metter mano a una delle conserve fatte la scorsa estate con la frutta raccolta a Thiviers, quella degli alberi del nostro piccolo frutteto. In questo caso si tratta di ciliegie che ho invasato insieme ad uno sciroppo molto leggero e delicatamente speziato, seguendo una ricetta americana che consente di avere il ripieno della famosa cherry pie, la tradizionale torta di ciliegie d'oltre oceano, sempre a disposizione, tutto l'anno.
Nel caso in cui voleste provare a fare questo strudel, penso che nei supermercati piu' forniti si possa trovare questo tipo di ciliegie conservate. Lo sciroppo e' molto liquido, tipo quello delle pesche sciroppate, per intenderci e i frutti sono morbidi, non canditi come quelli delle ciliegie sciroppate a cui siamo abituati noi.
Le ciliegie le ho messe in vaso intere con loro nocciolo, perche' questo conferisce un delicato profumo di mandorla amara. Siccome questo aroma lo volevo ben presente nel dolce finale, ho aggiunto anche una mezza dozzina di armelline, le "mandorle" amare contenute nei noccioli delle pesche e delle albicocche: quest'estate ne ho marmellate a chili e di alcune ho faticosamente spaccato i noccioli per prelevarne il seme e farlo seccare. Aggiunte in piccole dosi alle mandorle vere, contribuiscono ad intensificarne il gusto ed a renderlo piu' " interessante". La pera poi, con la sua consistenza quasi cremosa e la sua dolcezza ci sta d'incanto in questo strudel e rende del tutto superflua l'aggiunta di zucchero. Scelta quasi obbligata per la salsa di accompagnamento: lo sciroppo di conservazione delle ciliegie, fatto ridurre, addensato con un cucchiaino di maizena e reso cremosissimo con un pezzetto di burro. Due ghirigori di panna fresca liquida e anche l'occhio e' accontentato.
Anche in questo caso vi rimando al post di Mari per la preparazione della sfoglia.
Io ho usato ancora la mia farina 0, ma non ho avuto bisogno di aumentare l'acqua.
Ingredienti
per il ripieno
3 pere Conference, lavate, detorsolate e tagliate a dadini senza sbucciarle
300 g di ciliegie sciroppate, sgocciolate
30 g di pane grattugiato
40 g di mandorle intere non pelate
6 armelline
15 g di burro fuso
zucchero a velo
per la salsa
150 ml di sciroppo di conservazione delle ciliege
1 cucchiaino di maizena
20 g di burro
panna fresca liquida per decorare
Accendere il forno a 180°C
Tritare le mandorle insieme alle armelline e poi unirle al pane grattugiato. Distribuire il composto sulla sfoglia gia' stesa, lasciando liberi almeno due centimetri su tutti i lati. Distribuire il piu' uniformemente possibile i dadini di pera e le ciliegie ben sgocciolate dal loro sciroppo.
Arrotolare lo strudel come vi insegna a fare Mari e deponetelo su una teglia da forno. Per non dover usare altro burro io ne ho usata una antiaderente. Spennellatelo delicatamente con il burro fuso e infornate per 35/40 minuti. Fate attenzione che la superficie non scurisca troppo.
Sfornatelo, cospargetelo di zucchero a velo e fatelo raffreddare completamente prima di affettarlo.
Mentre lo strudel si raffredda, preparate la salsa mettendo lo sciroppo in un pentolino e facendolo sobbollire a fuoco basso per 5 minuti minuti perche' si riduca un po'. In una ciotolina diluite la maizenza con pochissima acqua e mescolate bene per assicurarvi che non ci siano grumi, quindi unitela allo sciroppo, proseguendo la cottura per un minuto o due, finche' la salsa si sara' addensata. Togliete dal fuoco ed aggiungete il burro, mescolando energicamente finche' si sara' sciolto completamente incorporandosi alla salsa. Se raffreddandosi la salsa dovesse rapprendersi troppo, prima di servire il dolce rimettetela al fuoco per pochi secondi, ma senza farla assolutamente bollire.
Versate due cucchiai di salsa su un piattino da dolce, decorate con qualche goccia di panna liquida e adagiate due fette di strudel spesse due dita sopra la salsa.
Ed ecco il mio strucolo e il mio strudel per l'MTC di questo mese:
LO STRUDEL!
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domenica 9 febbraio 2014
Passato di fagioli bianchi con cavolo nero, mandorle tostate e piment d'Espelette
Il peperoncino di Espelette, piment d'Espelette in Francese e Ezpeletako biperra in lingua basca, e' una spezia originaria del Messico coltivata anche nel resto del Sud America. Venne introdotto in Europa nel XVII secolo, ma con poca fortuna, dato che non trovo' le condizioni climatiche ideali al suo sviluppo. Solo una minuscola aerea si rivelo' adatta alla sua coltivazione, un piccolo comune francese del dipartimento dei Pirenei Atlantici, nella regione dell'Aquitania: il comune di Espelette. Annidato ai piedi dei Pirenei, Espelette gode di un microclima particolare, caratterizzato da temperature miti ed abbondanti piogge, molto simile a quello dei luoghi di origine di questa specie di peperoncino.
Nel corso dei secoli, la coltivazione di questa spezia si e' estesa anche alle zone limitrofe e ad oggi sono una decina i comuni autorizzati a coltivare, trasformare e commercializzare il peperoncino d'Espelette AOP, che equivale alla nostra DOP, riconoscimento ottenuto nel 2000 e fortemente voluto dal consorzio dei produttori che si e' costituito nel 1983.
Io non lo conoscevo, dico la vertia', prima delle mie incursioni in terra francese. La Dordogna, dove abbiamo acquistato la casina di campagna che stiamo lentamente e faticosamente ristrutturando, e' uno dei dipartimenti dell'Aquitania e dato che il piment d'Espelette fa parte delle eccellenze alimentari di quella regione, mi ci sono imbattuta quasi subito. Ho titubato parecchio prima di acquistarlo, dato che il suo prezzo puo' sembrare eccessivo, anche se e' decisamente molto meno costoso dello zafferano, per dirla tutta. Pero' mi ha incusriosita e mi sono informata, scoprendo cosi' che il suo costo e' ampiamente giustificato da molteplici fattori. Primo fra tutti proprio la circoscritta zona di produzione che, comprensibilmente, consente quantitativi relativamente scarsi. Poi le tecniche colturali e di trasformazione, prevalentemente manuali e scrupolosissime: si parte con la selezione dei semi, che vengono scelti in base a severi criteri morfologici e qualitativi, per arrivare alle frequenti e ripetute analisi sensoriali, effettuate su ciascun lotto di prodotto finito, da parte di commissioni di esperti composte da produttori, consumatori e operatori del settore alimentare appositamente formati ed istruiti.
La raccolta dei frutti si effettua da Agosto fino al 1° Dicembre incluso. I peperoncini vengono poi legati a mano per formare lunghi cordoni che sono lasciati asciugare all'aria per almeno 15 giorni, quindi l'essicaturea prosegue e si completa in forni appositi. Successivamente vengono sottoposti ad un particolare processo di affumicatura e quindi ridotti in polvere. In commercio si trovano, oltre alla polvere, anche altri prodotti a base di piment d'Espelette: paste e gelatine realizzate col prodotto fresco, peperoncini in salamoia e anche fleur de sel aromatizzato. E' possibile inoltre acquistare le trecce di peperoncini: freschi in estate ed essicati nel resto dell'anno. Tutti i prodotti devono reacare il marchio AOP che li certifica come autenticamente provenienti dalla zona di origine protetta e controllata.
In origine questa spezia era utilizzata principalmente come medicina, poi si comincio' ad usarla per conservare carni e prosciutti. Ha un aroma molto complesso, caratterizzato da note fruttate e fiorite, con un sentore di fieno appena tagliato, una piccantezza dolce, calda, non aggressiva e quell'idea di affumicatura che completa il tutto. Dico la verita': nonostante tutte queste sue belle qualita', la prima volta che l'ho utilizzato son rimasta delusa. Colpa mia pero', che l'ho affogato in mille altri sapori forti. Poi ho imparato ad usarlo e me ne sono innamorata. Ora lo spargo con parsimonia, come fosse polvere d'oro - come dice la mia amica Eleonora, che lei il piment d'Espelette lo conosce bene e lo adora e lo rispetta - su molti piatti dal gusto delicato, anche se non vedo l'ora che arrivi l'estate per provarlo nella tipica ricetta basca a base di pollo e peperoni.
Per il momento mi accontento di assaporarlo in quei piatti che piu' di ogni altra cosa scaldano il cuore e il corpo in queste fredde sere invernali. Col suo profumo di fiori e fieno e il suo calore che si aggiunge a quello della zuppa, ci ricorda che l'estate tornera' presto...e allora forse rimpiangeremo le temperature di questi giorni.....
Passato di fagioli bianchi
con cavolo nero
mandorle tostate e piment d'Espelette
Ingredienti per 2:
180 g di fagioli bianchi secchi
1 spicchio d'aglio
1 foglia di alloro
1 scalogno
80 g circa di cavolo nero, privato della costa e tagliato a striscioline
500 ml di brodo vegetale o di pollo
1 cucchiaino di foglioline di timo fresco
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di scaglie di mandorle
1/2 cucchiaino di piment d'Espelette
sale
La sera prima mettere a bagno i fagioli in abbondante acqua fredda. La mattina dopo scolarli, metterli in una casseruola con due litri d'acqua, lo spicchio d'aglio e la foglia di allora. Portare a bollore e lasciar cuocere, coperto e a fuoco dolce, per almeno un'ora e mezza o finche' i fagioli saranno teneri e ben cotti.
Scolateli ed eliminate l'aglio e l'alloro. Nella stessa casseruola, fate scaldare i due cucchiai d'olio, aggiungete lo scalogno affettato finemente e lasciate stufare a fiamma bassa per circa cinque minuti. Unite i fagioli, le foglioline di timo e un pizzico di sale e lasciate insaporire per qualche minuto, poi coprite con il brodo caldo. Fate sobbollire dolcemente per una decina di minuti, poi frullate il tutto con un frullatore ad immersione. Passate da un colino a maglie non troppo fitte, premendo bene con una spatola di silicone o il dorso di un cucchiaio per recuperare tutta la polpa. Dovrete avere un passato abbastanza fluido, eventualmente aggiungete altro brodo. Unite anche le striscioline di cavolo nero, aggiustate di sale e proseguite la cottura per una quindicina di minuti, fuoco dolce e pentola scoperta, mescolando di tanto in tanto, per verificare la consistenza ed evitare che il passato attacchi al fondo della pentola rischiando di bruciarsi. Nel frattempo fate scaldare un padellino antiaderente e tostate le mandorle in scaglie, muovendo spesso la padella e facendo attenzione che le mandorle non brucino.
Togliete la zuppa dal fuoco e lasciatela riposare una decina di minuti, servendola poi cosparsa di mandorle tostate e una spolverata di piment d'Espelette.
sabato 2 marzo 2013
Detto fatto: i mou-dini di Valentina!
Esiste il colpo di fulmine? Ci si puo' innamorare a prima vista, nella frazione di un secondo? In questo caso si'. Ancora non avevo finito di leggere il suo post, che gia' ero in cucina a tirare fuori l'occorrente da frigorifero e dispensa. Una vera folgorazione. E con un tempismo perfetto, per giunta! Lo scorso Natale, un Babbo Natale magistralmente imbeccato dalla figliuola, libraia a tempo determinato, mi ha regalato il bellissimo libro di Roberta Deiana: Food Styling, pubblicato da Gribaudo. Cito dall'introduzione di Bob Noto: " Le ricette e le tecniche a effetto, semplici e di facile realizzazione, contenute in questo manuale pratico di food styling, sortiranno esiti mirabolanti nella vostra cucina. Come in una sorta di Extreme Makeover Food Edition, comuni materie prime si trasformeranno sotto i vostri increduli occhi in piccoli capolavori d'arte culinaria, suscitando l'ammirazione di chi vi ama e l'invidia di chi vi odia."
Irresistibile!
Sono una fan di Roberta Deiana, non solo come foodstylist, anche come donna intelligente, colta e dotata di un senso dell'umorismo che sicuramente incontra i miei gusti. Una delle sue proposte, contenute in questo libro, mi ha particolarmente colpita per la sua geniale semplicita': la Panna Cotta Obliqua con gelee di menta e cioccolato fondente. Niente di piu' di una normale panna cotta fatta rassodare in una coppa disposta in obliquo. Come dicevo, semplice e geniale: posso farlo anch'io! Mi mancava l'ispirazione, pero': rifare la ricetta paro paro? fare un'altra panna cotta variando gli ingredienti e i colori? un parfait? una mousse? una bavarese? qualcosa di salato, magari...E qui entra in scena lei, con i suoi spiritosissimi mou-dini.
Valentina e il suo blog Ritroviamoci in Cucina non hanno bisogno di presentazioni, ma a quei due o tre che ancora non la conoscessero, lacuna che consiglio caldamente di colmare al piu' presto, posso dire che e' si' una cuoca abilissima, ma soprattutto e' una persona deliziosa: intelligente, profondamente sensibile, dotata di una grande capacita' di osservazione che esercita partendo da un punto di vista molto personale ed originale sul mondo e sull'animo umano. I suoi post sono sempre molto ben scritti, pervasi di quel garbo che, sono sicura, e' una delle sue caratteristiche principali. Le sue foto sono sempre bellissime. Ma quello che davvero non smette mai di stupirmi ogni singola volta che visito il suo blog, e' la perfezione assoluta dei suoi piatti, dolci o salati che siano. Torte che non sfigurerebbero nelle vetrine delle pasticcerie piu' blasonate e rinomate del Mondo, biscotti tutti perfettamente identici, roselline di panna montata che sembrano vere, linee perfette, strati dagli spessori uguali al millimetro, simmetrie assolute...insomma, un'invidia che non vi dico! Ma anche un panino in mano sua diventa un piccolo capolavoro!! Perfezione per me inarrivabile, irrecuperabilmente cialtrona come sono, e proprio per questo ammirevole: io ho una sconfinata ammirazione per chiunque sappia fare bene cio' che a me non riesce proprio.
Quindi Valentina, teso', questa volta ce l'ho messa tutta per essere quasi come te. Non ci sono riuscita, ma ci sto lavorando. Ovviamente non parlo delle foto: per quelle ho perso la speranza...
Mou-dini obliqui
con gelatina di succo di mela
e croccante di mandorle
Ovviamente per la ricetta dei mou-dini vi rimando al blog di Valentina.
Ingredienti per la gelatina:
200 ml di succo di mela limpido
2 cucchiaini di zucchero di canna scuro
4 gr di gelatina in fogli
Ingredienti per il croccante:
80 g di zucchero
30 g di mandorle non pelate e tritate grossolanamente
Preparate il mou-dino seguendo la ricetta e il procedimento di Valentina e fatelo raffreddare rapidamente, mettendo la pentola in una bacinella di acqua e ghiaccio e mescolando spesso. Nel frattempo preparate il caramello per il croccante e quando sara' pronto, prima di unirvi le mandorle, versatene tre o quattro cucchiaini sul fondo delle vostre coppette. Unite ora le mandorle tritate al caramello, mescolando bene perche' si ricoprano completamente. Versate il croccante a cucchiaiate su un tagliere ricoperto con un foglio di alluminio e lasciatelo raffreddare.
Disponete le coppette in posizione obliqua, appoggiandole su dei supporti di dimensione adeguata: io ho utilizzato un foglio di gomma antiscivolo che ho avvolto su un rotolo di carta da pacco.
Io ho lasciato solidificare la crema a temperatura ambiente, prima di spostare le coppette in frigorifero, ma mi ci sono volute piu' di tre ore. Se volete accorciare i tempi, posizionate le coppette direttamente su un ripiano del frigo prima di riempirle con la crema.
Quando i budini saranno ben freddi e fermi, preparate la gelatina di succo di mela: mettete a bagno la gelatina in acqua fredda, scaldate il succo e lo zucchero di canna a fiamma dolce e, prima che cominci a bollire, toglietelo dal fuoco, uniteci la gelatina ben strizzata e mescolate bene per dissolverla completamente. Filtrate da un colino coperto da una garza o da un telo sottile, per eliminare qualsiasi impurita' e ottenere una gelatina perfettamente trasparente. Quando la gelatina sara' a temperatura ambiente, versatela sui budini in uno strato sottile e dando una diversa inclinazione alle coppette in modo che non risulti perfettamente parallela.
Attendere che anche la gelatina sia perfettamente solidificata prima di servire, decorando ogni coppetta con un pezzetto di croccante. Io l'ho tagliato in forme circolari, utilizzando un tagliabiscotti in metallo e un batticarne: appoggiate il tagliabiscotti sul croccante e utilizzate il batticarne per dargli un colpo secco e deciso.
Quando Valentina ha pubblicato la ricetta della salsa mou, a me ha ricordato l'Apple Dip, uno degli snack dolci piu' popolari negli Stati Uniti. Da qui l'idea di abbinare la gelatina di succo di mele a questi mou-dini. Il croccante riprende il sapore del caramello ed aggiunge una nota croccante alla vellutata morbidezza di questo dessert. Non mi resta che dire: grazie mille per la ricetta dei mou-dini, Teso'!!
giovedì 5 gennaio 2012
Torta soffice di mandorle e zafferano
Vi e' mai capitato di leggere una ricetta e pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato? Una momentante confusione dell' autore, una svista del correttore, un errore di stampa....Comunque sia, la leggiamo e pensiamo: "C'e' qualcosa che non mi quadra, non puo' essere giusto...". E' quello che e' successo a me leggendo questa ricetta, che ho trovato su un libricino pubblicato da una nota marca di zafferano. Gia' le dosi degli ingredienti non mi quadravano. L'impasto si fa nel frullatore...mah! Va messa in uno stampo da 30 cm di diametro...Con queste dosi?!? Ma cos'e'? Una frittata!!
Eppure nella foto sembra bella alta e molto soffice...Quando poi ho letto che va messa nel forno freddo e che ci va lasciata 30 minuti in tutto, compreso il tempo che ci mette il forno ad andare in temperatura, mi sono convinta che ci fosse qualche errore di stampa: forse avevano confuso due ricette.
Comunque mi stuzzicava molto: lo zafferano nei dolci non lo avevo mai provato. L' abbinamento con le mandorle, poi, mi incuriosiva. Ho deciso di darle una possibilita': avrei sempre potuto modificarla in seguito. Essendo fortemente scettica sulla sua riuscita, ho pero' deciso di dimezzare le dosi: non sia mai che sprechi un' intera preziosa bustina di zafferano per qualcosa di immangiabile! Per non parlare delle mandorle.
Vi consiglio di non fare il mio stesso errore. Fatevela tutta!! E godetevela. insieme ai vostri cari. Servitela a fine pasto, o a merenda con un bel bicchiere di latte o una tazza di te, regalatela a un' amica: farete un figurone.
Peccato che sia qui da sola a godermi questa delizia. Appena il maritino torna dall' Italia, dovro' sicuramente rifargliela.
Torta soffice di mandorle e zafferano
Ingredienti:
170 gr di zucchero
100 gr di farina di mandorle
4 uova
170 gr di burro morbido
80 gr di farina 00
80 gr di fecola
1 bustina di zafferano
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale
zucchero a velo e mandorle per decorare
Versate nel frullatore lo zucchero e fatelo andare per 30 secondi. Aggiungete la farina di mandorle. In una ciotola unite lo zafferano alle uova e mescolate bene. Versate le uova nel frullatore e fatelo andare per 1 minuto. Aggiungete, con le lame in movimento a media velocita', il burro a pezzi. Dal foro del coperchio, incorporate le due farine che avrete setacciato insieme. Frullate per 30 secodni. Unite anche il lievito setacciato e il sale. Imburrate una teglia da 30 cm di diametro e vesatevi il composto. Mettete in forno freddo ed accendete a 180 gradi, non ventilato, per 30 minuti. Togliete la torta dal forno quando e' ancora poco colorita. Lasciate raffreddare, spolverizzatela di zucchero a velo e decorate con qualche mandorla.
Come vi dicevo, io ho utilizzato meta' dose e ho cotto la torta in uno stampo da 18 cm. L' impasto e' bastato a fatica a coprire il fondo della tortiera. Mi aspettavo di togliere dal forno una specie di pancake. Invece, gia' dopo 5 minuti sono apparse le prime bollicine, dopo 10 ha cominciato a gonfiare ai bordi e allo scadere dei 30 minuti era alta quanto lo stampo. Io l'ho lasciata nel forno altri 5 minuti, perche' non ha superato la prova stuzzicadente al primo colpo, ma si sa, non tutti i forni sono uguali.
Per me questa torta chiama per un bel bicchiere di latte, ma visto che in questi giorni e' meglio che stia alla larga dal mio alimento preferito, mi e' venuto in mente il "risotto giallo", come lo chiama il maritino, che fanno da Aimo e Nadia, a Milano e l' ho accompagnata a una bella tazza di tisana alla liquirizia.
sabato 10 dicembre 2011
La tisana Notte di Natale
Ma questa no. Questa non ce l'hanno proprio. Non possono averla, perche' solo voi sapete come si fa. E come fate a saperlo? Semplice: lo sapete, perche' ve l' ho detto io. Quello che non posso dirvi, dato che non sono un'esperta, sono gli eventuali effetti piu' o meno benefici. Io la bevo perche' e' buona. Una sniffatina al barattolo basta da sola a spedirvi dritto dritto sulla slitta di Babbo Natale. Quindi,. l'unica controindicazione, e' la paura di volare...
Notte di Natale
tisana di frutta
Ingredienti
40 gr di tisana di bacche di rosa canina
15 gr di cranberries disidratati (mirtillo rosso)
15 gr di ribes neri o mirtilli disidratati
10 gr di mele disidratate
10 gr di bucce di mandarino disidratate
5 gr di mandorle in scaglie
un pezzo di cannella di 5 cm circa
3 gr di anice stellato
un pizzico di cardamomo
3 o 4 gocce di estratto di mandorla
Dovrete cominciare col conservare le bucce dei mandarini biologici, invece di buttarle. Abbiate solo l' accortezza di lavarli accuratamente prima di sbucciarli. Dopodiché potete mettere le bucce a seccare su un calorifero o, se avete fretta, nel forno ventilato a 50 gradi.
Quando saranno perfettamente secche, riducetele in pezzettini.
Sbriciolate la cannella, non macinatela. Mettete l'anice stellato in un sacchetto per congelare i cibi e battetelo con il batticarne: anche questo deve risultare sbriciolato, ma non macinato.
Dividete i mirtilli rossi in due o tre pezzetti.
Tagliate le mele disidratate in pezzetti piccolissimi, ma piuttosto regolari.
Sbriciolate anche le scaglie di mandorle.
Riunite tutti gli ingredienti in una ciotola, aggiungete anche il pizzico di cardamomo, circa mezzo cucchiaino da caffè e l' estratto di mandorla.
Mescolate con cura e poi mettete tutto in un contenitore a chiusura ermetica o in un vasetto di vetro pulitissimo.
Lasciate riposare la tisana per due o tre giorni .
Se ne usano due cucchiaini per una tazza. Volendo potete aggiungere delle scorzette di arancia e limone fresche e/o un cucchiaino di miele...ma e' ottima anche cosi' com'è!
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spezie,
tisana
domenica 4 dicembre 2011
Aspettando Natale: i cioccolatini della zia Roby!
Cominciamo con le palline al cocco. Semplicissime e rapidissime da fare, ma di grande e effetto e talmente buone che tutti penseranno che abbiate passato giorni a prepararle.
Non dovete fare altro che prendere delle mandorle pelate, dividerle a meta', ricoprirle di marzapane formando delle palline poco piu' grandi di una nocciola, tuffarle nel cioccolato bianco sciolto a bagnomaria e rotolarle nella farina di cocco... Tutto qui?... Tutto qui! Al limite potete colorare un po' il marzapane o profumarlo con qualche goccia di succo d' arancia o uno schizzo di liquore.
Passiamo alle prugne al cioccolato fondente. Appena un po' piu' elaborate, ma sempre semplicissime.
Impastate il marzapane con qualche goccia di liquore e poi fatene delle palline che userete per riempire delle prugne secche snocciolate. Immergete le prugne nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria e metetele su una gratella finche' il cioccolato si sara' solidificato. decorate poi ogni prugna ricoperta con del cioccolato al latte fuso, lasciandolo cadere da un cucchiaino o servendovi di un conetto di carta da forno.
Per i datteri ai pistacchi si procede piu' o meno allo stesso modo.
Tritate dei pistacchi, non quelli salati, mi raccomando. Mettetene da parte un po' per la decorazione e il resto impastatelo con il marzapane; anche in questo caso, se non sono destinati a dei bimbi, potete aggiungere qualche goccia di liquore. Usate l'impasto di marzapane e pistacchi per riempire dei datteri snocciolati. Richiudeteli e tagliateli a meta'. Immergeteli nel cioccolato al latte fuso e poi decorateli con i pistacchi tritati tenuti da parte.
Le palline al cioccolato al latte hanno un procedimento un po' piu' lungo e meritano un post tutto per loro. Alla prossima, allora...
martedì 29 novembre 2011
Aspettando Natale: Elisenlebkuchen!
La prima volta che li ho assaggiati, mi erano stati regalati da una ditta tedesca dalla quale mi rifornivo per il mio negozio-laboratorio di decorazione ed arti applicate. Erano prodotti artigianalmente da una delle piu' note pasticcerie di Norimberga. E' stato amore al primo morso! Da allora ogni anno attendevo con ansia la consegna di Dicembre, perche' sapevo che dentro al pacco avrei trovato anche la bellissima scatola di latta, le conservo ancora tutte, con il suo prezioso, morbido, profumato, dolcissimo contenuto. Ho cercato per anni la ricetta, ne ho trovate e provate diverse, ma nessuna reggeva il confronto. Ho scoperto poi che, per questi dolci, praticamente ogni famiglia tedesca ne ha una sua. Quindi non mi rimane altro da fare che continuare a cercare e provare, anno dopo anno, finche' ritrovero', sa mai lo ritrovero', il gusto paradisiaco, la morbidezza e il profumo di quei primi indimenticabili Elisenlebkuchen.
Quest' anno, grazie alla presenza della poliglotta figliuola, ho preso la ricetta direttamente da un sito tedesco. Vediamo come va. Ancora non posso saperlo, perche' parte importante del procedimento sono i tempi di riposo del dolcetto, che va conservato in una scatola di latta, con qualche buccia di mela, per almeno dieci giorni prima di essere consumato. Questo permette alle spezie di sprigionare tutti i loro aromi ed e' anche un enorme vantaggio per chi, come me, ama fare regalini golosi a Natale.
Ovviamente, in barba alla dieta e alle indicazioni della ricetta, ce ne siamo sparati un paio appena sfornati: sicuramente i migliori tra quelli provati finora, ma siamo ancora lontani...Qui non trovo l' arancia candita e quindi me la devo fare io qualche giorno prima, pero' trovo la miscela di spezie, che e' la stessa che in Olanda si usa per gli Speculaas, i tradizionali biscotti speziati ai quali dedichero' presto un post. E' composta di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero e cardamomo. Quindi, se non la trovate, utilizzate un mix casalingo di queste spezie, dosando i vari componenti a seconda del vostro gusto. Io darei prevalenza a cannella e cardamomo, piuttosto che ai chiodi di garofano: se si sentono troppo mi ricordano i rimedi della nonna contro il mal di denti!
INGREDIENTI:
125 gr di mandorle, anche non pelate se volete
125 gr di nocciole tostate
100 gr di arancia candita
100 gr di cedro candito
125 gr di zucchero di canna Mascobado scuro
1 cucchiaio di Rhum scuro
1 cucchiaio di spezie per Lebkuchen
50 gr di cioccolato fondente grattugiato
4 uova intere
2 cucchiai di farina, da sostituire con amido di mais se si vuole mantenere la ricetta gluten-free
2 cucchiai di zucchero a velo, se occorre
20 ostie da 7 cm di diametro
PER DECORARE:
cioccolato fondente
ghiaccia all' acqua
mandorle pelate intere
Tritate finemente i canditi: operazione un po' noiosetta, da fare a lama di coltello, aiutandosi, se occorre, con un po' di zucchero a velo. Tritare finemente, questa volta col mixer, anche le nocciole e le mandorle. Montare gli albumi a neve fermissima e lavorare bene i tuorli con lo zucchero. In una ciotola unire ai canditi il trito di noci, impastando con le punte delle dita come per fare un crumble e assicurandosi che non restino grumi di canditi. se doveste incontrare difficolta' in questa operazione, aggiungete della farina, poco per volta: il mix deve rimanere abastanza sciolto e relativamente asciutto. Unite anche il cioccolato grattugiato e le spezie e mescolate per amalgamarli perfettamente al resto. Unite il composto ai rossi d'uovo alternandoli con gli albumi e alla fine aggiungete anche il Rhum. Distribuite il composto sulle ostie, lasciando libero un bordo di qualche millimetro e con le dita bagnate dategli una forma a cupoletta. Decoratene alcuni con tre mandorle intere. Infornate a 180 gradi per circa 15 minuti: dovranno essere ancora morbidi quando li toglierete dal forno. Lasciateli qualche minuto sulla teglia del forno e poi trasferiteli delicatamente su una gratella a raffreddare. Quando saranno freddi decorateli a piacere con la ghiaccia all' acqua o col cioccolato fuso. Appena la glassatura si sara' solidificata, metteteli in una scatola di latta, con della carta da forno tra uno strato e l'altro e attendete almeno 10 giorni prima di consumarli...se ci riuscite...
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