venerdì 18 marzo 2016

"Not my mother's fish soup" per l'MTC 55 di Anna Maria


Perché è la prima cosa alla quale ho pensato. Perché è l'unica e sola. Perché per me "zuppa di pesce" è quasi sinonimo di mamma. Mai mangiata altra. Mai cucinata. Mai nemmeno ordinata al ristorante. Sapevo che nulla avrebbe potuto reggere il confronto ed era inutile andare in cerca di delusioni. 
La zuppa di pesce della mia mamma è la fumante perfezione in un piatto. Non solo per me, ma per chiunque abbia avuto la fortuna di assaggiarla. Mio marito non mangiava pesce quando l'ho conosciuto. Non ne voleva sentire nemmeno l'odore. Il giorno in cui mangiò per la prima volta la zuppa della suocera, dopo, ubriaco di piacere, mi sussurrò all'orecchio: "La zuppa di pesce della tua mamma è meglio del sesso!". Io lo presi comunque come il più bello dei complimenti e questo la dice lunga su quello che quel piatto rappresenta per me.

Non solo la zuppa, il pesce in generale, per me, è quello cucinato dalla mia mamma. Soprattutto se a pescarlo era stato mio papà la mattina dello stesso giorno. Per quasi trent'anni abbiamo avuto un piccolo appartamento in affitto ad Andora, in provincia di Savona, e mio padre, che adorava il mare, ma non la spiaggia, aveva una barchetta: Aldebaran, una vecchia pilotina bianca.  Tutte le mattine all'alba si alzava, andava a bussare alla porta di Achille, vicino di appartamento, amico e compagno di uscite in mare, e insieme si dirigevano in bicicletta al piccolo porto turistico.

"Il Giusepp" a destra con gli occhiali da sole e "l'Achille" a sinistra a bordo di Aldebaran

Per anni l'unico pesce che mangiassi sono stati i boniti e le palamite che pescavano loro e che molto spesso nuotavano ancora quando arrivavano a casa. Mia madre passava ore a pulirli e a preparali per il freezer oppure a metterli sott'olio. Quando le quantità erano davvero esagerate, barattava qualche pesce con la sua amica Rina, in cambio dei totani pescati da suo marito Alfredo. Anche il totano ripieno arrosto della mia mamma è leggenda! Spesso si ritrovavano tutti a tavola insieme, mamma e papà, Dina e Achille, Rina e Alfredo, per sontuosi pranzi a base di pesce. E se Rina portava la sua famosa crostata con la confettura di pomodori verdi, allora la festa era davvero completa. La sua ricetta per la pasta frolla è ormai la nostra ricetta di famiglia. Non ho mai sentito l'esigenza di modificarla o sostituirla. 
Insomma, son cresciuta viziata e questo ha fatto sì che io nei confronti del pesce di pescheria abbia sempre avuto una certa diffidenza. Lo conosco poco, lo acquisto raramente, lo pulisco con estrema difficoltà, lo cucino solo al forno e non l'ho mai sfilettato. Mi correggo: non l'avevo mai sfilettato. 
Sarebbe stato meglio che avessi continuato a non sfilettarlo.
Attendo la sfida sulla zuppa di pesce da sempre, fin dalla mia prima partecipazione all'MTC. Ho gioito quando ho appreso che finalmente l'ora era giunta. Ne approfitto per ringraziare Ele&Mich per aver avuto il coraggio di eleggere la ricetta di Anna Maria vincitrice della loro meravigliosa sfida sul miele. Ovviamente ringrazio anche e di tutto cuore quella meraviglia della natura che è Anna Maria Pellegrino per averci chiamato ad incrociare gli ami su questa sfida all'ultima lisca. Non trovo parole per descrivervi questa Donna, non esistono superlativi che la possano definire. Bisognerebbe inventarne uno e, a dire la verità, ci avevo anche pensato, poi ho ritenuto che l'Accademia della Crusca avesse già avuto il suo bel daffare per quest'anno. Quindi Pellegrino accontentati di sapere che hai tutta la mia stima, la mia ammirazione, la mia simpatia ed il mio affetto. E basta, che altrimenti sembra che mi stia ruffianando il terzo giudice.
Ritorniamo seri. Gioia a mille nell'apprendere che la ricetta della sfida n° 55 di quello che è il più bello ed il più longevo dei contest sul web era il Brodetto di Pesce. Un fortunato caso ha voluto che il giorno della pubblicazione io fossi in quel di Genova in compagnia di un gruppo di meravigliose folli donne: partita da Milano con Nora, abbiamo trovato ad attenderci al binario 17 di Genova PP quel raggio di sole che è la Fabiana Del Nero, accessoriata con bottiglia di prosecco (appena acquistata, perché quella che si era portata da casa l'aveva dimenticata sul treno), cavatappi (anche quello appena comprato, ancora imbustato, perché la bottiglia rimasta sul treno aveva il tappo da champagne e quindi lei, giustamente, non aveva ritenuto necessario portare il cavatappi ) e bicchieri, mica di plastica o di carta, no no, veri calici di vetro, accuratamente avvolti in tovaglioli di carta e riposti, uno per uno, in borsine porta bottiglie in tessuto. Al binario avrebbe dovuto trovarsi anche Vittoria, ma non c'è, non arriva, non risponde al cellulare. Pazienza. Stappiamo. Brindiamo. A noi! Lì, sul binario 17 di Genova PP. Alle 10,45 di un mattino di Lunedì. I passanti ridono e ci fanno gli auguri. Certamente abbiamo qualcosa di importante da festeggiare, pensano. Non possono sapere quanto abbiano ragione! Ci avviamo all'uscita, con i bicchieri in mano. Lì incontriamo la Vitto. Spunta un altro calice. Altro giro. Altro brindisi. Bottiglia vuota. A pranzo ci raggiunge anche Giulietta. Ci abbracciamo, lei ed io, per la prima volta. Ora che siamo tutte insieme, davanti a vassoi di specialità genovesi e caraffe di bianco della casa, si parla anche della ricetta della sfida. Finalmente posso fare la zuppa di pesce della mia mamma!! Mai fatta prima e quindi mai pubblicata sul blog, proprio in attesa di questa occasione. Quella sera stessa, con ancora un sorriso ebete e beato stampato in faccia, ripasso la ricetta con mia mamma. 
Devo però attendere di rientrare a casa, in Olanda. Passano i giorni. Il dubbio si insinua. Leggo e rileggo il bellissimo post di Anna Maria, la sua ricetta, il regolamento e le indicazioni della Gennaro.  Sarò all'altezza? Non solo della leggendaria zuppa di pesce della nonna Maria, ma delle aspettative di cotanto terzo giudice? Identità e diversità. Creatività plausibile. Ansia. Devo anche fare i conti con il Mare del Nord. Non sono capace di cucinare il pesce. Paura. Anice. La Del Nero, quel giorno a Genova, diceva qualcosa a proposito dei liquori a base di anice. E finocchio, dico io. Finocchio e anice. In casa mia i superalcolici "svampano" nella bottiglia, perché nessuno li tocca. Il nostro sidro. All'anice. La Gennaro ha detto vino bianco rigorosamente non aromatico. Quando mai le diamo retta?

La mia Zuppa del Mare del Nord
con Finocchio e sidro secco all'Anice
e
 Gallette ai semi di Carvi



Ingredienti per due

Per il brodo:
1 rode poon, gallinella
2 wijting, merlani
1 piccola pastinaca
1 carota
1 gambo di sedano
1 cipolla steccata con due chiodi di garofano
4 o 5 grani di pepe bianco
1 cucchiaio di aceto di mele
2 cucchiai di olio di oliva

Per la zuppa:
filetti di kabeljauw, merluzzo e heilbot, halibut
1 inktvis, calamaro
12 garnalen, gamberi, solo le code
500 g tra mosselen, cozze, e kokkels, cuori di mare
150 ml di sidro aromatizzato all'anice
1 piccolo finocchio
1 piccolo porro
1 spicchio di aglio
1 peperoncino rosso lungo
2 cucchiai di olio di olive nere
1 cucchiaino di semi di finocchio macinati
sale

Per il sidro:
150 ml di sidro secco 
3 stelline di anice stellato
1 cucchiaino di semi di anice
3 bacche di pepe di Jamaica pestate

Per le Gallette:
250 g di farina di grano integrale
125 g di farina di segale
125 di farina di avena
1 cucchiaino di semi di carvi
1 bustina di lievito di birra secco
1 cucchiaino di sciroppo di malto per panificazione
1 cucchiaino di sale



Ho preparato il sidro con un giorno di anticipo, portandolo a primo bollore insieme alle spezie e lasciandolo macerare coperto per tutta la notte. Al mattino l'ho filtrato e tenuto in un bicchiere coperto da un piattino fino al momento di utilizzarlo.
Ho pulito le cozze e spurgato i cuori di mare, lasciandoli a bagno in acqua e sale per due ore, sciacquandoli sotto l'acqua corrente e ripetendo l'operazione più volte. 
Io ci ho provato a sfilettarli da sola i pesci, lo giuro. Quello che ne è rimasto ricordava molto da vicino quelle scene dei documentari in cui l'operatore chiuso in una gabbia di metallo allunga un'esca allo squalo di turno e quello la azzanna e se ne va via scodinzolando con brandelli di pesce che gli penzolano dalle fauci. Quindi ho raccolto i miseri resti della gallinella e dei merlani e li ho messi in pentola così com'erano: a brandelli appunto. Li ho rosolati nell'olio già caldo e poi coperti con circa due litri di acqua freddissima. Ho portato a bollore e poi ho aggiunto le verdure. Ho lasciato cuocere a pentola scoperta per circa un'ora. Ho tolto le verdure ed i pezzi più grossi e coriacei, ed ho passato tutto al passa verdure elettrico e poi ancora da un colino a maglie fitte, premendo bene con una spatola di gomma per ottenere più polpa possibile. Ne è risultato un brodo corposo e vellutato, ma ancora liquido al quale ho aggiunto pochissimo sale.
Preparate le gallette impastando tutti gli ingredienti con 280 ml di acqua a temperatura ambiente. Lavorate l'impasto a lungo, fino ad ottenere una palla liscia e non appiccicosa che lascerete lievitare fino al raddoppio del volume. A me c'è voluta un'ora e mezza. Dividete l'impasto in una dozzina di palline, che dovrete poi stendere con il mattarello ad uno spessore di circa mezzo centimetro. Lasciate riposare le gallette per almeno 40 minuti, coperte con un panno. Accendete il forno a 220° e al termine del tempo di riposo. praticate dei fori sulle gallette e infornatele su teglie leggermente infarinate. Abbassate la temperatura a 200° e fate cuocere per 10'. Sfornatele e trasferitele su una gratella a raffreddare.


Con lo stesso impasto, potete realizzare una pagnotta dalla quale ricavare delle fette che potrete tostare e strofinare con uno spicchio di aglio. 

 Pulite ed affettate il porro. Dividete il finocchio a metà per il senso della lunghezza, lasciandogli le barbe più tenere e fresche. Tagliate una metà a tocchetti e l'altra in quattro spicchi. Tritate lo spicchio d'aglio. Eliminate il gambo del peperoncino, dividetelo a metà per il senso della lunghezza e toglietegli i semi ed i filamenti interni. Ricavate da ciascuna metà delle striscioline di 1 cm di larghezza. 
Tagliate la sacca del calamaro ad anelli non troppo spessi. Tagliate i filetti di pesce a tocchi grossi. 
In una casseruola larga e non troppo alta, scaldate l'olio e fateci appassire tutte le verdure, tranne gli spicchi di finocchio. Aggiungete i semi di finocchio in polvere e mescolate per distribuirli uniformemente. Lasciate stufare le verdure per qualche minuto a fiamma molto bassa e pentola coperta. Aggiungete anche gli spicchi di finocchio e coprite con tre o quattro mestoli di brodo di pesce. Lasciate cuocere a fuoco dolce per dieci minuti. Nel frattempo in due pentole separate, fate aprire le cozze e i cuori di mare insieme al sidro all'anice. Raccogliete i frutti di mare con un mestolo forato man mano che si aprono e filtrate poi il liquido di cottura facendolo passare da un colino coperto con una garza doppia. Aggiungetelo alle verdure e cominciate ad unire i pesci.  Prima i tentacoli e gli anelli del calamaro, dopo un paio di minuti i gamberi, lasciate cuocere altri due o tre minuti ed unite i pezzi di merluzzo e halibut ed i filetti di gallinella e merlano o quel che ne rimaneva, nel mio caso. Fate cuocere per pochi minuti, senza mescolare, e intanto sgusciate metà delle cozze e dei cuori, che aggiungerete alla zuppa all'ultimo minuto, giusto il tempo di scaldarsi. Tenetene qualcuno con il guscio per decorare i piatti.
Al momento di servire, spezzate due gallette con le mani e disponetele sul fondo dei piatti individuali, raccogliete i pesci con un mestolo forato e divideteli il più equamente possibile tra i piatti. Dividete i tentacoli del calamaro e mettetene metà in ogni piatto. Distribuite il brodo rimasto  e decorate ogni piatto con le cozze ed i cuori di mare nei loro gusci.


Grazie ad Anna Maria del blog La cucina di qb e al suo MTC n° 55 sul Brodetto di Pesce, ho finalmente abbandonato il nido e spiccato il volo con le mie sole ali.
E' quindi con commozione e profonda gratitudine che partecipo con questa ricetta.







40 commenti:

  1. Io non so come sia quella della tua mamma, ma la tua versione mi pare invitantissima!

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    1. Devo dire che siamo rimasti molto soddisfatti Mariella, ma quella della mia mamma rimane imbattibile....:) Grazie per il commento, carissima.

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  2. Mi sembra di sentire i profumi uscire dallo schermo! Una vera poesia!! Grande prova Cornali e ti perdono per non avermi fatto un fischio per il raduno Genovese, in meno di due ore di treno ci potevo essere!! La prossima avvisatemi che vi faccio bere meglio ;-)

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    1. Galliti, sono sicura che nessuno si offenderà se ora ti dico che il tuo commento ed il tuo giudizio li attendevo e temevo tanto quelli delle giudichesse :) Sono felice che ti abbia convinta. Grazie davvero dei complimenti.
      P.S.: magari la prossima volta ci troviamo a Livorno, che ne dici?
      P.P.S.: non dire così che mi si offende la Del Nero!! :) :) :)

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    2. Galliti, anche per me è stata una sorpresa, tanto che ho dovuto "sgranocchiare" un po' di tempo limitatissimo per incontrarla

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  3. Cornali, le tue ricette hanno sempre quel che di "campagna elegante" che induce ad invidiarti la tavola quotidiana.

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    1. Ma grazie Boldrito!! Non avresti potuto farmi complimento più bello...ma dici davvero? Comunque guarda che la mia tavola quotidiana ha poco a che spartire con le ricette dell'MTC....:)

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  4. Cornali, le tue ricette hanno sempre quel che di "campagna elegante" che induce ad invidiarti la tavola quotidiana.

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  5. Ecco ha ragione la boldrito, campagna elegante, sei la mia Martha! E in più la tua di campagnaa ha anche innegabile lo charme della Francia... sulla ricetta non commento perché non potrei che dire banalità che finiscono per issima. Bellissimo il racconto che la precede.

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    1. Grazie, grazie e ancora grazie Bianchini!! Non so se la Martha sarebbe felice di questo azzardato paragone, ma a me non può fare che piacere....:)

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  6. Ecco ha ragione la boldrito, campagna elegante, sei la mia Martha! E in più la tua di campagnaa ha anche innegabile lo charme della Francia... sulla ricetta non commento perché non potrei che dire banalità che finiscono per issima. Bellissimo il racconto che la precede.

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  7. Ho solo un rimpianto: di abitare in culo al mondo e non essere venuta anche io ad abbracciarti a Genova.
    Per il resto, ho desiderato di assaggiare la zuppa della tua mamma, di conoscerla, di vedere il tuo babbo a pesca, di stare intorno quella tavola festosa, di osservarti bambina. Sulla ricetta posso solo dire di essere ammirata, perché la mia ignoranza in fatto di materia pescosa è troppo vasta per poter anche solo pensare ad un connubio come quello che vedo in quelle scodelle. Con il sidro e anice poi...Sei sempre tanto tanto brava cara Roberta. Ti abbraccio forte. Pat

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    1. Il merito dell'anice va tutto tutto alla Del Nero! Lei sì che ha delle papille gustative davvero geniali e immaginifiche...Sull'abbinamento finocchio-pesce e anice-pesce ho trovato conferma anche in Ottolenghi, così mi sono fidata, con un po' d'ansia, non lo nego.
      Ora, che una che abita a Siena senta di stare in culo al mondo, proprio non va bene, ma che scherziamo? Ci troveremo presto nella nostra bella Toscana, bella cavallona mia!! Ti abbraccio forte anch'io. E grazie, ma tantissimo guarda!

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  8. Sarà la zuppa del mare del nord e forse il filetto non era perfetto, ma con una zuppa così dopo averla ammirata mi sarei tuffata a capofitto nel piatto
    Bravissima

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    1. Una volta cotti, anche i brandelli dei poveri pesci hanno avuto l'onore delle armi...o meglio, delle posate...:) Grazie di cuore Manu!

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  9. AHHHHH ma cosa avrei dato per vedervi brindare!!anzi in realtà per essere con voi a brindare :))))
    Ricetta super, mi piace tutto, il sidro, il pesce utilizzato e le gallette!Queste me le segno, visto che adesso ci sto pure prendendo gusto a fare gallette e lievitati (dopo le catastrofi iniziali). Complimenti per la ricetta, a te e alla mamma!!Un abbraccio, Chiara

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  10. Chiara, sto organizzando un " The Condominio on tour" per quest'estate.....rimaniamo in contatto, ok? Grazie di cuore per la visita e per il commento e i complimenti. Un abbraccio a te e Marta, a presto

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  11. Non so perché ma a me io cidro piace da morire come se fossi stata svezzata con i barili di cidro della Normandia ! La tua zuppa mi piace perché ha quel qualcosa in più, sarà il finocchio, l'anice o quel sapore di malto dolciastre...io personalmente il sesso lo lascerei fuori gara e quoterei la zuppa da sola, senza paragoni. Dall'alto della mia età 😊

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    1. Benvenuta marina! Grazie per la visita e per il commento. Pensa che io, invece, il sidro non lo conoscevo proprio, finché non abbiamo cominciato a produrlo da soli, con le nostre mele. Sai, mi sa che come età non siamo molto lontane, ma l'episodio che narro nel post è accaduto quasi 30 anni fa...:)

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  12. Il fatto che tu abbia preso quella frase di tuo marito come un complimento la dice davvero lunga su cosa debba essere la zuppa di pesce di tua madre :D
    Non che la tua scherzi, per altro ;)

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    1. Come vorrei potertela far assaggiare la zuppa di pesce della mia mamma....non so se capiterà mai, ma se ti accontenti la mia di zuppa la puoi mangiare quando vuoi Giulia :) Grazie per la visita e per il commento, un abbraccione e a presto.

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  13. Quanto vorrei poterne assaggiare un piatto :)

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  14. E io te lo offrirei molto volentieri Paola! Grazie della visita e del commento, a presto!

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  15. Quanto vorrei poterne assaggiare un piatto :)

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  16. Robi i liquori a casa tua "svampano" solo perchè ancora non sono arrivata io.
    Controlla che non resti a secco sennò poi mi si secca l'ugola e non riesco più a sparare il mio solito tot di cretinate anche perchè se devo piastrellare credo che mi servirà dell'alcol a portata di mano....e pure a voi, credimi!!!!
    Per quanto fossimo ormai alla terza, forse quarta(???) caraffa di vino ricordo esattamente il tuo entusiasmo nell'accogliere la ricetta e l'affermazione lapidaria" è meglio del sesso".
    In effetti per quanto di quest'ultimo io abbia memorie sufficientemente sfocate la tua zuppetta promette momenti memorabili!!!!
    Appena lo vedo chiederò a tuo marito com'è andata la serata;))))

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    1. Ma allora vedi che eravamo ancora tutte perfettamente lucide? Io mi ricordo dell'anice, tu della mia battuta....non capisco perché i due tizi seduti vicino a noi se ne siano andati sostenendo che impedivamo loro di fare conversazione....mah, che asociali! Tranquilla, prima che tu arrivi, riforniremo il bar, che non si dica che i miei ospiti soffrono la sete!

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  17. arrivo in ritardo a commentare questa delizia, mi sono inebriata leggendo il post (la prossima volta avvertitemi che vengo pure io al mini ritrovo, per questa volta vi perdono!), ho visto tuo papà, il vicino Achille, mamma sommersa dai pesci che crea questa delizia, ancora di più mi avvicino con estrema umiltà a questa zuppa e ti ringrazio per questa ricetta Unica nei sapori, Unica nei sentimenti!

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    1. Ma grazie a te Helga! Ti prometto che la prossima volta che scendo in Italia sarà con un po' più di preavviso, così ci organizziamo per un abbraccio. Intanto accontentati di uno virtuale e mi raccomando, fai il mio solito grattino a Magalì!

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  18. Che proposta interessante. Gli accostamenti di sapore sono assolutamente intriganti. Mi piace molto questa ricetta. Complimenti!

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    1. Grazie di cuore Claudio e benvenuto nel mio blog! A presto.

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  19. 1. Mi hai fatto venire una voglia di mangiare del pesce cucinato da tua mamma che non ne hai un'idea. Fosse anche un ciabatta pescata al porto di Livorno, sono certa che sarebbe celestiale.
    2. Troppo bella la scena della stazione!! Avrei pagato per vedervi. Siete una forza.
    3. La zuppa non posso commentarla, via...cosa potrei mai dire? Cerco solo di capire quali profumi e sapori possa avere. E ovviamente non ci riesco. Il sidro...che figata! :-)
    4. (Poi basta, promesso) Che bello quando l'MTC ci fa avvicinare a ricette "sacre" e ci spinge a fare cose mai osate! Mi piace troppo.
    Ciao!
    Alice

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    1. Più di una volta abbiamo detto a mia madre che cucinate da lei sarebbero buone anche delle vecchie ciabatte! :) Hai ragionissima Alice: forse il più grande merito di MTC e il segreto del suo successo sta nello spingere i partecipanti a superare i loro limiti, accompagnandoli e tenendoli per mano grazie all'esperienza ed alla disponibilità di persone competenti e meravigliose!

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  20. "MTC e il segreto del suo successo sta nello spingere i partecipanti a superare i loro limiti, accompagnandoli e tenendoli per mano..." pensiero espresso da chi ritiene normale, per partecipare alla sfida, di preparare addirittura il sidro. E le gallette di accompagnamento, mica un pane. E di andare a ravanare nel baule della propria memoria, quella più intima, e condividere con noi non tanto i ricordi ma soprattutto la tensione di un complesso di Elettra culinario sul quale un gruppo di autori non sarebbe riuscito a scrivere quanto ci hai comunicato nel tuo post. Sono davvero spiazzata Roberta per la cura e l'attenzione che hai posto nello sviluppo di questa tua proposta e nella sfida dentro la sfida e dentro la sfida ancora ovvero con lo sfilettare il pesce. Tua madre non potrebbe che sedersi alla tua tavola e godere in silenzio di questo piatto, orgogliosa e tuo marito, beh ecco, come ha reagito alla tua zuppa (visto che il tavolo era preparato per due e in pieno giorno?) E, come ultima cosa, grazie per le parole che hai usato per me che sono davvero tanto, troppo. Ti abbraccio forte. Anna Maria

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  21. L'ho raccontata al telefono questa zuppa alla mia mamma e mi ha fatto i complimenti e ha detto che le piacerebbe assaggiarla, quindi penso che gliela farò alla prima occasione. Ti saprò dire. Alla domanda sul marito, ti risponderò in privato...Per quanto riguarda te, quello che ho scritto è non solo sincero, ma anche insufficiente. Sei immensa. Rassegnati!

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  22. Sono certa che la zuppa di tua madre sia la "fumante perfezione di un piatto" ma per ciò che posso vedere anche la tua interpretazione é perfetta! Il piatto ha degli elementi tradizionali e originali al tempo stesso, il post esprime amore ed eleganza...mi piace proprio!

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    1. Caspita Franci, che complimentoni!! Ti ringrazio di cuore, felice che ti sia piaciuta!

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  23. Che meraviglia la zuppa della tua mamma, davvero particolare, il finocchio e il sidro alle spezie sono una novità, per me. Per poterne capire fino in fondo la bontà, si può solo assaggiarla, purtroppo mi devo accontentare di immaginarla, ma non è detto che non la provi, appena sarò un po' libera. Stupendo anche il pane. Complimenti. Per la ricetta e per il racconto emozionanate con cui la presenti.

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    1. Grazie Rita! E' sicuramente particolare, ma se si dosano i profumi con molta attenzione, facendo in modo che si bilancino l'un l'altro senza che nessuno prevalga, il risultato è davvero gradevole e originale.

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  24. Roberta, mi era sfuggita la tua ricetta, meno male che venendo a cercare l'indirizzo del blog l'ho trovata e letta. Bello il racconto delle estati al mare (non lontano da dove lavoro io, Loano) e degli amici dei tuoi genitori.

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    1. Grazie Ilaria! Bella Loano, ho passato un'estate anche lì da ragazzina.

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