domenica 10 aprile 2016

Ruth Stout e l'orto senza fatica!



Ruth Imogen Stout, nata a Topeka, Kansas il 14 Giugno 1884. Avrebbe potuto vivere tutti i suoi 96 anni con l'unico segno distintivo di essere la "zia" di Nero Wolfe, il famoso, eccentrico investigatore privato nato dall'immaginazione e dalla penna di suo fratello Rex Stout. Non lo fece. Visse una vita semplice e piena, tranquilla e avventurosa, ortodossa e anticonformista. Libera. 
Io avrei sicuramente potuto vivere tutta la mia vita senza mai venire a conoscenza del suo passaggio su questa Terra, non fosse che abbiamo qualcosa che ci unisce al di là del tempo e delle distanze di ogni altra natura che ci separano. Entrambe abbiamo un profondo interesse nell'ottenere il massimo risultato con il minimo impiego di mezzi. Si chiama "principio di economicità", non pigrizia! Chiariamolo un volta per tutte!

Il campo dove sia la Signora Stout che io più desideriamo impiegare questo saggio principio, è ...il campo, appunto. Inteso come orto, ovviamente. Conosciamo, però, un po' meglio questa donna straordinaria, prima di passare a parlare del suo contributo al "no dig-no till".
Vive in Kansas, insieme ai genitori e a otto tra fratelli e sorelle, fino ai 18 anni. In un documentario a lei dedicato girato nel 1975, quando Ruth aveva già 92 anni, è lei stessa a parlare degli anni della sua infanzia e dell'influenza avuta dai genitori, dal nonno e da tutta la sua famiglia sulla sua educazione e formazione. La madre non si affidava a sistemi impositivi, limitandosi a dare ai suoi figli gli strumenti necessari a giudicare da soli se un comportamento fosse corretto oppure no. Mi ha colpito molto l'esempio che la Stout porta di questo tipo di educazione: la signora Lucetta Elizabeth Todhunter Stout, pur non essendo mai andata a scuola, amava molto leggere, ma voi capite bene che con nove figli ritagliarsi del tempo tutto per sè da dedicare a questo passatempo non fosse cosa facile. Ogni volta che aveva un minuto libero dalle incombenze domestiche e si sedeva in soggiorno con un libro in mano, immancabilmente arrivava il moccioso di turno con qualche infantile richiesta. Allora lei escogitò uno stratagemma molto efficace: teneva un catino di acqua freddissima su un tavolino vicino a lei. Ogni volta che qualcuno dei suoi figli la disturbava, lei gli chiedeva di farsi più vicino e poi: " Oh guarda! Hai il viso tutto sporco, vieni che te lo lavo...." Ovviamente i piccoli non gradivano quella gelida attenzione materna e per evitarla, preferivano girare al largo. Un genio!
Il padre, dal canto suo, non amava interferire, ma ha sempre spronato i figli a pensare in maniera autonoma e a comportarsi secondo coscienza, senza imporre agli altri le proprie regole di comportamento. Sorprende molto che, pur essendo cresciuta in questa atmosfera libertaria e sicuramente insolita per l'epoca, all'età di 17 anni la Stout si unisca a Carrie Nation nella sua lotta al commercio di alcool, cosa che la portò a partecipare attivamente ad atti di vandalismo che valsero alla Nation l'arresto e a lei l'obbligo di frequentare la scuola estiva. Sempre nel documentario del 1975, tenerissimo è il suo ricordo di quanto si sentisse ferita da questa imparità di trattamento.
C'è un altro aneddoto della sua infanzia che io trovo particolarmente significativo; un triste giorno, il loro cane morì. Ruth stava alla finestra, piangendo, osservando i fratelli che seppellivano l'amata bestiola sotto un albero del giardino. Entrò il nonno che la vide e poi le mise le mani sulle spalle e dolcemente la sospinse verso un'altra finestra, dalla quale si vedeva un cespuglio di rose, da lei stessa piantato qualche tempo prima, completamente e meravigliosamente fiorito. Il nonno le disse solamente: " Stavi guardando fuori dalla finestra sbagliata."
All'età di 18 anni, Ruth si trasferisce a New York, dove fa esperienze lavorative diverse, dall'operaia alla proprietaria di sala da tè nel Greenwich Village, con un breve intervallo come assistente in uno spettacolo di lettura della mente, naturalmente fasullo, ma sicuramente intrigante per l'epoca. Nel 1923 si reca in Russia, insieme ad un gruppo di Quakeri, per prestare assistenza e aiuto durante una terribile carestia.
Nel Giugno del 1929, sposa Alfred Rossiter, figlio di un uomo di affari di origini tedesche trasferitosi a New York con la famiglia nel 1894. L'anno seguente Alfred propone a Ruth di andare a vivere in campagna e lei prontamente accetta. I due acquistano una proprietà di 55 acri, circa 22 ettari, a Redding, Connecticut. Qui Alfred appende al chiodo la sua laurea in Psicologia conseguita alla Columbia University e si dedica totalmente alla sua vera passione: la tornitura del legno. Ruth comincia così ad appassionarsi al giardinaggio. Il resto è un altra storia.....


Continua qui



2 commenti: