lunedì 4 gennaio 2016

Si chiamava Hay box o anche Fireless cooker...e sta tornando di moda!

Immagine da "The fireless cook book"

Leggendo "Introduzione alla Permacultura" di Bill Mollison e Reny M. Slay, sono incappata per la prima volta in vita mia in questo termine: hay box. Nel libro non c'è che un breve accenno al suo utilizzo, ma io mi sono immediatamente incuriosita ed ho cominciato a cercare qualche ulteriore informazione sul web. Non sono rimasta delusa: molti siti di preppers e homesteaders ne parlano diffusamente, danno precise indicazione su come costruirla e anche preziosi consigli per il suo corretto utilizzo. In pratica si tratta di cassoni di legno provvisti di isolamento termico che permettono la cottura lenta e a bassa temperatura dei cibi. Le hay boxes, letteralmente "scatole di fieno", sono dunque le antenate delle crock pots e delle più recenti e ormai molto diffuse anche da noi, slow cookers! 


The Oxford Encyclopedia of Food and Drink in America, scrive:
" Il principio di cottura lenta ottenuta conservando a lungo il calore del cibo, è conosciuta per la sua utilità in diverse epoche e diverse culture. I contadini usavano avvolgere in pesanti piumini d'oca le pentole tolte dal fuoco con il cibo parzialmente cotto. Così ben isolato, il cibo continuava a cuocere, permettendo alla famiglia di trovare un pasto caldo al suo rientro dai campi."

Lo stesso principio era applicato dai Nativi Americani, che utilizzavano pietre roventi per cucinare un misto di pesce e molluschi dentro a buche scavate nella sabbia in riva all'Oceano: a tutt'oggi il clambake è uno dei simboli del New England.  Nello stesso modo, i taglialegna che restavano isolati per settimane nelle foreste, cuocevano i legumi. Gli agricoltori portavano le loro fireless cookers nei campi, per potersi godere del cibo caldo nella pausa dal duro lavoro. I primi immigrati in America, durante l'inverno, utilizzavano le ghiacciaie allo stesso scopo ed è pratica comune tra i "campeggiatori estremi" avvolgere le pentole nei sacchi a pelo per cucinare senza consumare prezioso gas. 

Le fireless cookers - letteralmente "cucine senza fuoco"- di tipo commerciale, fanno la loro comparsa all'inizio del XX secolo e non è raro vederne alcune esposte nei vari musei dedicati alla Conquista del West, dato che molti "wagons", i famosi carri coperti, ne erano dotati. 


Questo tipo di cucine prodotte artigianalmente, esternamente avevano l'apparenza di una comune cassapanca, mentre al loro interno presentavano uno spesso rivestimento isolante nel quale erano stati ricavati due o tre scomparti a misura delle pentole in dotazione. Sul fondo di ogni scomparto si metteva una pietra ollare riscaldata sulla quale si posava la pentola con il cibo, che veniva preparato sul fuoco del bivacco insieme alla colazione. Durante la sosta di metà giornata, si poteva servire un confortante pasto caldo, senza dover perdere tempo ad accendere i fuochi e ad attendere che le vivande cuocessero.
A quei tempi esistevano numerose pubblicazioni che trattavano l'argomento e che comprendevano istruzioni su come costruirne una e su come utilizzarla al meglio e ovviamente si pubblicavano anche libri di ricette dedicate a questo particolare metodo di cottura. Nel 1914 la "Illustreted lecture on the homemade firless cooker" aveva a compendio ben trentasei diapositive a lanterna!!...cosa darei per vederle oggi...

Le hay boxes, quindi, altro non sono che delle semplici fireless cookers costruite in casa: stesso principio, ma materiali di facile reperibilità. Cassoni di robusto legno massello, isolati con un abbondante strato di fieno o altro materiale isolante naturale sul fondo e sui lati, con un incavo per contenere la pentola e uno spessore tra pentola e coperchio sufficiente ad ospitare un cuscino o dell'altro fieno avvolto in tessuto. Il coperchio agganciato con delle cerniere viene fermato grazie a delle chiusure da baule e il calore del cibo bollente viene mantenuto per ore.

Ma quali sono i vantaggi di una hay box?

  • Meno tempo da dedicare a seguire la cottura tradizionale sul fornello o in forno
  • Cibo caldo pronto al rientro da una giornata di lavoro o al mattino appena alzati
  • Risparmio energetico, perché ci importa dell'ambiente
  • Risparmio energetico, perché l'energia domestica costa o magari non è disponibile ovunque
  • Impara l'arte e mettila da parte, non si sa mai se e quando possa tornarti utile
Inoltre il cibo non rischia di bruciare o di stracuocersi, richiede meno liquidi, perché non c'è evaporazione, e si possono utilizzare anche tagli di carne meno nobili e quindi più economici.

Vi ho convinti? Bene! Allora vediamo come costruirci la nostra hay box.

E' abbastanza semplice, in realtà: in fin dei conti si tratta solo di proteggere la pentola dalla dispersione di calore. Proprio dal nostro recipiente, dunque, dobbiamo partire. Questo metodo funziona al meglio se la pentola è piena, quindi va scelta di una misura che sia adatta alle esigenze della nostra famiglia. Inoltre deve essere di un materiale che possa andare e venire dai fornelli e questo esclude la ceramica, ad esempio. Io opterei per la ghisa che già di suo  ha delle ottime proprietà in quanto a conservazione e diffusione del calore. L'ideale sarebbe una pentola senza manici o con un manico reclinabile, tipo paiolo. Molto importante, ovviamente, è che abbia un coperchio che chiuda perfettamente.
Una volta scelta la vostra pentola, potete cominciare a progettare la "scatola" per contenerla. Nel calcolare le dimensioni, dovrete tenere conto che tutto intorno alla pentola dovrà trovare spazio uno strato di materiale isolante di almeno 10 cm di spessore. Quindi il vostro cassone avrà dimensioni pari ad altezza e diametro della pentola più 20 cm. 
Per quanto riguarda il contenitore, qualunque cosa che sia robusta e con un coperchio che chiuda ermeticamente, potrebbe andare bene. Anche un vecchio frigorifero portatile, per dire, oppure una cassapanca o un baule che non utilizzate. La cosa importante è che sia il più "sigillata" possibile. Io penso che me la costruirò mettendo a buon uso un po' di quel legno recuperato dal maritino


Una volta scelto o costruito il vostro contenitore, si passa all'isolamento termico, cominciando con l'eliminare, se fosse necessario, qualunque possibilità di fuga di calore dalle pareti del contenitore stesso. Negli antichi manuali, si raccomandava di rivestire tutto l'interno del cassone con strati di carta incollati. In alternativa si può usare un rivestimenti con foglio di alluminio da cucina oppure si può utilizzare un film termoisolante di quelli comunemente in uso in edilizia. Fatto questo si passa allo strato isolante vero e pèroprio. Qui i vecchi libri elencano i seguenti materiali:
  • Fieno o paglia, sminuzzati
  • Segatura
  • Lana (indicata come la scelta migliore)
  • Muschi e licheni secchi
  • Sughero sbriciolato
  • Trucioli di legno
Oggi ci sono a disposizione altri materiali, anche di riciclo, come il polistirolo, sia in blocchi solidi in cui ritagliare la forma della vostra pentola, che in "chips" come quelli che si usano per spedire oggetti fragili. Anche dei trucioli di carta possono andare bene, almeno sappiamo che fine far fare a tutta quella pubblicità che ci riempie le cassette della posta! Vecchi maglioni e vecchie coperte, magari sfilacciati. Anche lo sfalcio d'erba del vostro prato, lasciato essiccare per bene, può funzionare allo scopo: del resto sempre di fieno si tratta. Io opterei per la paglia: gli steli di cui è composta sono cavi e questo li rende particolarmente adatti a trattenere il calore. In ogni caso io sceglierei materiali naturali e vi sconsiglio vivamente di provare con cose orribili come la lana di roccia!
Riempiamo quindi il nostro contenitore con il materiale isolante da noi scelto, pressiamolo bene, ma senza comprimerlo troppo, e ricaviamo uno spazio al centro che dovrà accogliere la nostra pentola. Ricordatevi di lasciare almeno 10 cm di spazio tra la superficie dell'isolamento e il bordo della cassa per poter poi mettere il cuscinone che completerà l'isolamento termico della nostra fireless cooker. 
Ora potete scegliere se lasciare il materiale isolante a vista o coprirlo con un telo che farete aderire bene alle pareti della cavità per la pentola e che andrà poi fissato ai bordi del cassone con delle graffette o altro. Io opterei decisamente per il telo, perché trovo che mettere e togliere la pentola sarebbe molto più facile e allo stesso tempo non ci sarebbe rischio di far finire pezzi di isolante nel mio cibo....


L'ultimo passo della costruzione della vostra hay box, consiste nel trovare o fare un cuscino che possa riempire tutto lo spazio tra la vostra pentola e il coperchio del cassone. Deve essere abbastanza imbottito da opporre una certa resistenza quando chiuderete la vostra hay box. Per garantire che il coperchio chiuda ermeticamente, è consigliabile usare delle chiusure da baule.


 

Qui sopra, invece, abbiamo due begli esempi di fireless cookers degli anni 30.

Ma cosa possiamo cuocere nella nostra hay box? Direi qualunque cosa si associabile ad una cottura lenta e prolungata: arrosti, spezzatini, brasati, stufati e sughi di carne; legumi e cereali integrali, zuppe e minestre di verdura. Sicuramente tempi e modi varieranno parecchio a seconda delle quantità cucinate e delle dimensioni e caratteristiche delle diverse hay boxes. Quindi non resta che sperimentare in prima persona. L'importante è che la cottura abbia inizio sul fuoco: ad esempio, nel caso di uno spezzatino, si rosolerà la carne, si aggiungeranno gli aromi e il liquido di cottura e si porterà ad ebollizione sul fornello. lasciando sobbollire per un minimo di 10 minuti, prima di trasferire la pentola nella hay box. Per piatti a base di verdura, che generalmente richiedono tempi di cottura più brevi, sarà sufficiente raggiungere un primo bollore. Se costruita con tutti i crismi, la vostra hay box dovrebbe essere in grado di mantenere il calore fino ad otto ore. Sicuramente il nostro cibo sarà pronto in meno tempo, ma non si corre il rischio che bruci o stracuocia e si manterrà in caldo fino al momento di andare in tavola.

Bene, adesso non vedo l'ora di sperimentare questo nuovo antico metodo di cottura e di iniziare a pubblicare i risultati insieme, magari, a qualche ricetta degna di nota. 

4 commenti:

  1. Grande !!! Sei unica , quanto mi piace questo oggetto 😊 La prossima volta che passerò mi farai assaggiare . Il racconto è interessantissimo , insomma tutto bello

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    1. Grazie Sandra!! Chissa' quando avro' il tempo per costruirmene una davvero....spero che ci vedremo prima io e te!!

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  2. ma che bel post! con tanto di ricerca storica... ho lo slow cooker da qualche anno e in questo momento ho lo spezzatino pronto per la cena, devo dire che è comodissima, anche se devo ancora sfruttarla al meglio, mi mancano diverse preparazioni..l'idea di confezionare in casa la pentola però è proprio da GRANDE! un bacione!

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    1. Io invece non ho la slow cooker perche' in genere preferisco seguire passo passo le varie preparazioni e il cibo che cuoce, ma questa ha un fascino tutto particolare e spero davvero di poter un giorno provare a costruirmela...se poi riuscissi a mettere le mani su una fireless cooker d'epoca, sarei al settimo cielo!!

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