All'epoca del suo trasferimento in campagna insieme al marito, Ruth sapeva poco o nulla di giardinaggio. Chiese consiglio ai suoi vicini che, ovviamente, la orientarono verso le pratiche tradizionali. Per i primi 15 anni, quindi, la Stout coltivò il suo orto e il suo giardino zappando e vangando la terra, distribuendo fertilizzanti, concimi e antiparassitari chimici, strappando erbacce, annaffiando e così via. Per le operazioni più pesanti, come la vangatura di primavera, si avvaleva dell'aiuto di un giardiniere che però era sempre in ritardo, lasciando la povera Ruth a macerare nella frustrazione di non poter cominciare a seminare e piantare i suoi adorati ortaggi.
Tutto questo finì dopo una conversazione con le sue piante di asparagi. Avete capito bene. Lo dice lei nel documentario, mica me lo sono inventato. Stando alle sue parole, una mattina di inizio Aprile, mentre si aggirava sconsolata nel suo scarmigliato orto e il giardiniere ancora non si era fatto vivo, notò che gli asparagi abbandonati a loro stessi per tutto l'inverno stavano germogliando. Così chiese loro: "Ma se voi non avete bisogno che il terreno sia vangato, perché devo vangarlo per le altre piante?" e i saggi asparagi le risposero: " Non devi! Vai e pianta!" e lei così fece. E continuò a farlo fino alla fine. Come ho detto, all'epoca in cui fu girato il documentario in cui lei stessa parla della sua vita e del suo lavoro, Ruth Stout aveva già 91 anni eppure continuava a produrre ortaggi sufficienti per due persone per tutto l'anno. Non solo li coltivava, ma li cucinava e preparava il surplus per la conservazione. Oltre a questo sbrigava da sola tutte le faccende domestiche e si occupava della corrispondenza, rispondendo ad un considerevole numero di lettere di ammiratori e appassionati di giardinaggio che le scrivevano per chiederle consigli o semplicemente per ringraziarla per i suoi libri. Tutte queste attività non le svolgeva mai oltre le 11 del mattino e senza nemmeno far delle gran levatacce, ma alzandosi quando ne aveva voglia, in genere tra le 6 e le 8. A suo dire la ragione per cui le riusciva di portare a termine tutti i suoi compiti in così poco tempo, stava nel fatto che l'orto ed il giardino le portassero via pochissimo tempo, dato che non vangava o zappava, non spargeva fertilizzanti o antiparassitari, non diserbava e nemmeno annaffiava. Piantava e raccoglieva. Tutto qui. Non si preoccupava nemmeno di fare il compost. Piantava. Raccoglieva. Stop.
Tutto questo finì dopo una conversazione con le sue piante di asparagi. Avete capito bene. Lo dice lei nel documentario, mica me lo sono inventato. Stando alle sue parole, una mattina di inizio Aprile, mentre si aggirava sconsolata nel suo scarmigliato orto e il giardiniere ancora non si era fatto vivo, notò che gli asparagi abbandonati a loro stessi per tutto l'inverno stavano germogliando. Così chiese loro: "Ma se voi non avete bisogno che il terreno sia vangato, perché devo vangarlo per le altre piante?" e i saggi asparagi le risposero: " Non devi! Vai e pianta!" e lei così fece. E continuò a farlo fino alla fine. Come ho detto, all'epoca in cui fu girato il documentario in cui lei stessa parla della sua vita e del suo lavoro, Ruth Stout aveva già 91 anni eppure continuava a produrre ortaggi sufficienti per due persone per tutto l'anno. Non solo li coltivava, ma li cucinava e preparava il surplus per la conservazione. Oltre a questo sbrigava da sola tutte le faccende domestiche e si occupava della corrispondenza, rispondendo ad un considerevole numero di lettere di ammiratori e appassionati di giardinaggio che le scrivevano per chiederle consigli o semplicemente per ringraziarla per i suoi libri. Tutte queste attività non le svolgeva mai oltre le 11 del mattino e senza nemmeno far delle gran levatacce, ma alzandosi quando ne aveva voglia, in genere tra le 6 e le 8. A suo dire la ragione per cui le riusciva di portare a termine tutti i suoi compiti in così poco tempo, stava nel fatto che l'orto ed il giardino le portassero via pochissimo tempo, dato che non vangava o zappava, non spargeva fertilizzanti o antiparassitari, non diserbava e nemmeno annaffiava. Piantava e raccoglieva. Tutto qui. Non si preoccupava nemmeno di fare il compost. Piantava. Raccoglieva. Stop.
Il suo segreto? Fieno! Una spessa pacciamatura di fieno mantenuta per tutto l'anno. Nemmeno fieno di prima scelta, al contrario fieno muffito, inutilizzabile per l'alimentazione del bestiame e quindi reperibile gratis o a poco prezzo. Non potete trovare facilmente delle belle balle di fieno muffo? Niente paura: paglia, erba e foglie secche, persino aghi di pino e scarti di cucina, segatura, trucioli. Qualunque materiale organico che vada in decomposizione può fare al caso vostro. Quanto ve ne occorre? Almeno il doppio di quello che pensate possa bastare. Seriamente, quando Ruth scrisse il suo primo libro sull'argomento, ormai coltivava in questo modo già da un discreto numero di anni e non si era mai presa la briga di segnarsi le quantità di materiali impiegate. Fortuna che qualcuno dei suoi seguaci fu più accorto e oggi possiamo dire che per un orto di circa 200 mq possono volerci fino a 25 balle da 25 kg l'una o circa 6 q di fieno sfuso. Ma chi lo coltiva un orto di queste dimensioni? In ogni caso Ruth consiglia di cominciare con uno strato di almeno 20 cm, per essere sicuri che le erbacce non possano superarlo scoraggiandoci fin da subito a proseguire con questa tecnica.
Ma tutto sto fieno pieno di semi di erbacce di campo, non finirà per infestare l'orto facendoci raggiungere l'obiettivo esattamente opposto a quello desiderato? Beh, provate voi a seminare un prato e a coprirlo con 20 cm di pacciamatura e poi ditemi se l'erba è cresciuta. Questo ci porta ad un altro quesito? Come crescono le piantine dentro una simile quantità di fieno o altro materiale? Come si semina? Come si trapianta? A parte il fatto che la pacciamatura può essere sparsa con largo anticipo e che quindi per quando è tempo di seminare in campo aperto i nostri iniziali 20 cm si saranno ridotti a 5 o 6 al massimo per effetto del calpestio o della pioggia o della naturale decomposizione, seminare o trapiantare nel fieno non è molto differente che farlo nel terriccio smosso: si scosta la pacciamatura quel tanto che basta a scoprire il terreno, si distribuiscono i semi rispettando le stesse distanze tra seme e sulle fila che sono consigliate per la semina tradizionale e si ricoprono con un velo di terra. Con l'andare del tempo, tutto quel materiale organico che avrete continuato a spargere nel vostro orto, vi darà un terreno così ricco, umido, soffice e fertile, che potrete anche piantare e seminare accorciando le distanze e aumentando di conseguenza la produzione per metro quadrato.
Ma quando è il momento migliore per pacciamare? Adesso! Davvero, qualunque giorno è quello giusto. A meno che non abbiate deciso di usare solo foglie secche, nel qual caso siete costretti ad aspettare che cadano dagli alberi in autunno. Se proprio avete bisogno di pianificare e organizzare, cominciate quanto meno a raccogliere i materiali dei quali pensate di servirvi. Non preoccupatevi che cose come la segatura o le foglie di certe piante, come le querce, siano sconsigliate perché rendono il terreno troppo acido. Molte specie di piante amano il terreno acido e se proprio notate che alcune soffrono per il ph troppo basso, semplicemente aggiungete della cenere o della calce per correggerne l'acidità. Alcune foglie sono troppo coriacee e si decompongono con difficoltà? Meglio! Dureranno più a lungo. Meno lavoro per voi!
Ogni quanto va rinnovata la pacciamatura? Ogni qual volta lo riteniate necessario: se notate chiazze di terreno scoperto oppure se vedete far capolino piante indesiderate.
Ogni quanto va rinnovata la pacciamatura? Ogni qual volta lo riteniate necessario: se notate chiazze di terreno scoperto oppure se vedete far capolino piante indesiderate.
Riassumendo, cos'ha inventato la signora Stout? Assolutamente nulla, come lei stessa afferma. Di certo non ha inventato la pacciamatura, dato che quella è un brevetto di madre natura che ogni anno lo rimette in pratica facendo cadere le foglie dagli alberi. Sicuramente non è stata nemmeno la prima ad utilizzare questo stratagemma nel suo orto. Di sicuro è stata la prima a far un gran baccano attorno all'argomento, scrivendo libri, tenendo conferenze e facendo corsi e dimostrazioni pratiche. Solo per questo motivo oggi si parla di Metodo Stout. Lei di certo non ha mai molto amato i vari titoli "nobiliari" che le venivano attribuiti, come quello di "Regina del Mulch". Nei suoi sogni di bambina sicuramente non si vedeva diventare famosa come "rinomata pacciamatrice". Non trovava nemmeno tanto divertente il fatto che, ad ogni occasione sociale, nell'attimo stesso in cui lei compariva la conversazione si spostasse su argomenti quali le lumache o la cavolaia. Era anche preoccupata dall'eventualità che se uno psicologo durante un test di associazione di idee avesse tirato fuori termini come "immondizia" o "fieno ammuffito" qualcuno dei suoi pazienti avrebbe potuto rispondere " Ruth Stout!"
Va altresì sottolineato che la Stout scrisse nove libri in poco più di 20 anni, tutti autobiografici, ma solo tre di essi si occupano di giardinaggio. Naturalmente io conto di leggerli tutti e nove e ci aggiungo anche la sua biografia scritta nel 2013 da Sandra Knauf : " The Whole Ruth: a Biography of Ruth Stout".
E se ancora non sono riuscita a farvela amare come la amo io, sentite questa: faceva giardinaggio completamente nuda!
Ed ora, signore e signori, ecco a voi in tutti i suoi splendidi 91 anni, la meravigliosa unica e sola
....sì lo so, il video è in Inglese con i sottotitoli in Ungherese, ma è il meglio che sia riuscita a trovare.
Va altresì sottolineato che la Stout scrisse nove libri in poco più di 20 anni, tutti autobiografici, ma solo tre di essi si occupano di giardinaggio. Naturalmente io conto di leggerli tutti e nove e ci aggiungo anche la sua biografia scritta nel 2013 da Sandra Knauf : " The Whole Ruth: a Biography of Ruth Stout".
E se ancora non sono riuscita a farvela amare come la amo io, sentite questa: faceva giardinaggio completamente nuda!
Ed ora, signore e signori, ecco a voi in tutti i suoi splendidi 91 anni, la meravigliosa unica e sola
Ruth Imogene Stout
Ma questa donna è un genio! Mi piace questo tipo di filosofia e si avvicina tanto al mio modo di essere e di filosofeggiare, peccato non avere più un orto su cui sperimentare la cosa. Interessantissimo articolo.
RispondiEliminaVero? Io me ne sono perdutamente innamorata! Niente paura Bianchini: ti presto il mio di orto. Quando vuoi!!
Eliminaio rimango sempre a bocca aperta
RispondiEliminasarà che al contrario di mia madre ho il pollice con 50 sfumature di nero
la pacciamatura si dovrebbe usare anche nella vita quotidiana
Assolutamente d'accordo Ros! In effetti la cara Ruth esortava tutti a curare la propria vita come fosse un giardino....:)
Eliminama guarda he chicca hai tirato fuori oggi su fb..MITICA tu e anche la Ruth ;)
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