venerdì 24 febbraio 2012

Cozze con riso e patate


Non c'e' dubbio: sto decisamente invecchiando. Viaggiare non mi piace piu' come prima. Non da sola. Soprattutto non in aereo. Non perche' abbia paura, tutt'altro: volare mi piace eccome! Ho piu' paura a viaggiare in macchina, a dire la verita'. E' tutta la faccenda dei trasferimenti, delle attese, delle file per questo e quello. Sara' che viaggio low cost. Per necessita', ma anche per scelta: tra  beni o servizi equivalenti, anche se non nella forma, nella sostanza, scelgo sempre il piu' economico. E in sostanza, un aereo mi deve solo portare da qui a la'.



Oppure sara' che passo molto tempo da sola e mi piace, ci tengo alla mia solitudine. Forse sto sviluppando una fobia sociale...no, non sono a quel punto: niente sudori freddi, tremori o crisi di panico. Per ora. Certo e' che trovarmi in mezzo alla gente, innalza notevolmente il mio livello di ansia. Pero', diciamoci la verita', chi riesce a rimanere calmo e rilassato davanti a certe manifestazioni di maleducazione e ignoranza? Io no di certo. Per fortuna, o putroppo, non sono il tipo che attacca briga in pubblico con perfetti sconosciuti solo per la soddisfazione di dire loro quello che andrebbe detto: ho imparato molto tempo fa che a lavare la testa agli asini, si spreca tempo e sapone. Pero' e' risaputo che covare sentimenti negativi faccia male alla salute. Quindi: come evito che la collera repressa si somatizzi in ulcera e travasi di bile? Ovvio: con l'ironia! Cosi', invece di sprecare preziose energie ad arrabbiarmi senza risolvere nulla, trasformo ogni maleducato che incontro in una caricatura degna del repertorio di un bravo comico; ogni viaggio si trasforma in una puntata di Zelig e io me la rido sotto i baffi...a proprosito: urge ceretta!
Capito ragazzotto con jeans a vita bassissima con tanto di ammiccante mutanda firmata? Se la prossima volta volessi usarci la cortesia di toglierti subito orologio e cintura, (cintura? cosa te la metti a fare, scusa?, visto che poi i pantaloni li lasci calati fin quasi a meta' coscia?) invece di fare avanti e indietro dal metal detector per tre dicansi tre volte!  Capito taglia fila professionisti che con notevole ed ammirevole, bisogna ammetterlo, nonchalance avete finto di dover passare oltre per raggiungere la gate successiva e vi siete infilati giusto a un terzo della fila di persone che avevano avuto il cattivo gusto di levare le chiappe dalle poltroncine un quarto d'ora prima di voi? Capito ragazzina ipercinetica che non hai smesso un attimo di prendere a calci lo schienale del sedile di fronte al tuo, che poi era quello sul quale stava la malcapitata sottoscritta, mentre torturavi un povero bicchiere di plastica estorcendogli sonori e schioccanti lamenti? Certo che quando si ha la sfortuna di avere per padre un imbecille...quasi quasi ti perdono, va. Invece sono molto dispiaciuta per quella bimba che, accortasi di aver dimenticato il suo trolley  ai piedi del nastro trasportatore, e' tornata indietro di corsa, ma dalla parte sbagliata, andando a sbattere contro al divisorio di plexiglas, fortunatamente senza danni. Non mi e' costato proprio nulla recuperare il suo piccolo trolley rosa e depositarlo sul nastro: tanto dovevo comunque aspettare che il ragazzotto facesse mente locale su quanti e quali accessori con parti metalliche aveva ancora addosso!! Alla corpulenta signorina che si e' sbellicata dalle risa per l'incidente capitato alla bimba, auguro di fare presto la stessa fine, ma magari con qualche conseguenza. Per lei, ovviamente, non per il plexiglas!

Per fortuna, poi, ci si siede a tavola e si fa pace con il mondo intero. Soprattutto quando a cucinare e' la mia mamma. Soprattutto quando decide di rifare, dopo tantissimi anni, un piatto che e' uno dei miei preferiti. E' una ricetta tipica pugliese e, come tutte le ricette della tradizione, ne esistono tante versioni quante sono le famiglie che la preparano. Normalmente viene cotta al forno, ma nonna Sole la cuoce sul fornello, a fuoco dolce. Non servono le dosi, ognuno si regola in base alla misura della pentola e, ovviamente, al numero di commensali. La mia mamma calcola una ventina di cozze a testa. Il resto, va di conseguenza.



Cozze con riso e patate

Ingredienti

Cozze aperte, con una sola valva
riso per risotti
patate
cipolle
prezzemolo
basilico
pomodoro fresco o conserva se non e' stagione
parmigiano grattugiato
sale e pepe
olio extravergine d'oliva

Preparate prima tutti gli ingredienti, in modo di averli sottomano quando dovrete fare gli strati. Sbucciate la cipolla e affettatela finemente. Lavate, sbucciate e tagliate a rondelle sottili, circa 2/3 mm, le patate. Tagliatene alcune a fette un po' piu' spesse: serviranno per il primo strato. Lavate, asciugate e tritate al coltello il prezzemolo. Passate il basilico con un panno appena umido e tritate anche lui piuttosto grossolanamente. Se e' stagione di pomodori, scottateli, pelateli, eliminate i semi e tagliateli a fettine. Altrimenti utilizzate dei pomodori pelati a pezzetti. Versate il riso in una ciotola.
Versate poco olio sul fondo della casseruola. Fate un primo strato con le rondelle di patate piu' spesse. Coprite con le cozze nel loro mezzo guscio. Fate cadere il riso a pioggia, in uno strato sottile che non deve ricoprire le cozze, ma avendo cura di riempire le valve. Distribuite il pomodoro, cospargete di poco parmigiano, poi il prezzemolo e il basilico. Fate ora uno strato sottile di cipolla e coprite tutto con le fette piu' sottili di patate. Fate un giro d'olio, salate e pepate poco e ricominciate con le cozze. Continuate cosi' fino ad esaurimento degli ingredienti e comunque per non piu' di 4/5 strati, finendo con uno strato di patate. Versate dell'acqua lungo il bordo della casseruola fino a che, inclinando leggermente la pentola, non raggiungera' l'ultimo strato di patate. Diciamo che deve arrivare al penultimo strato di cozze...piu' o meno. Coprite e portate ad ebollizione a fuoco medio, poi abbassate la fiamma al minimo e proseguite la cottura per un'ora circa. Assaggiate le patate e il riso per valutare la cottura. Lasciate riposare una ventina di minuti prima di srvire.




31 commenti:

  1. ooooohhhh.. ma che belle fotoooo... chi le ha fatte??
    (la seconda e' un po' sfuocata pero', potevi metterne un'altra!!)

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  2. ...no, invece io l'aereo lo amo davvero poco...non ci sto comoda, mi sento un pò mancare l'aria e dopo un paio d'ore dò i numeri...
    Sono fobica lo so, ma che ci posso fare...mio marito è l'opposto, viaggia spesso per lavoro, è praticamente sempre in giro!! Scende e sale da un aereo all'altro senza problemi... e ovviamente non mi può capire, anzi si incavola pure...vabbè!
    Tornando a noi...se vuoi te lo mando lì, per un piatto così farebbe follie. Io non mangio cozze, quindi non gliele faccio mai...
    P.s: il caro maritino sarà per un paio di giorni in Olanda a marzo per lavoro...cosa potrei farmi portare?! ;) meglio sfruttare le occasioni, non trovi?!
    Un abbraccio!

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    1. Condivido: i sedili degli aerei diventano sempre piu' scomodi e l'atmosfera e' davvero soffocante...soprattuto quando sei seduta vicino a qualcuno che ha mangiato pesante!! Allora, cosa portare dall'Olanda...vediamo, vediamo...bulbi estivi, formaggi, cioccolato sono le prime cose che mi verrebbero in mente...fammi sapere dov'e' esattamente: magari ci sono stata e ci ho trovato qualcosa di particolare...Ti abbraccio.

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    2. penso vada ad Amsterdam...lì c'è una filiale della sua azienda...

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    3. Beh, allora tesoro, la scelta e' illimitata!! Puoi spaziare dai bulbi ai diamanti: tu cosa preferisci?

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  3. Bella combinazione cozze, riso e patate!!! Devono essere buonissime!!!
    Solo a guardare le foto viene l'acquolina in bocca, se non ti dispiace, prendo in prestito la tua ricetta e al più presto la provo.
    Un abbraccio Carmen

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    1. Ciao Carmen, fai pure, figurati se mi dispiace...anzi!!

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  4. che pazienza! ci vuole molto esercizio per trasformare queste cose in una puntata di Zelig (soprattutto i calci al seggiolino...), ti ammiro!
    e la ricetta è fantastica, che gusto, devo farla a mio marito! :-P
    baci

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    1. Quando si viaggia spesso e per necessita', non per divertimento, la pazienza e' la prima cosa da mettere in valigia: puoi dimenticarti lo spazzolino da denti, ma la pazienza non la vendono al duty free!! Comunque i calci al seggiolino l'hanno messa a dura prova, credimi! Anch'io devo rifarla al maritino, visto che lui e' rimasto qui e non l'ha mangiata...Ricambio i baci e ci aggiungo un abbraccio.

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  5. Hi there and thanks for your visit and comment. Strange we looked in the Dordogne at first then changed to Charente as it was a bit cheaper. We are very happy where we are so I am glad we bought here after all.

    Your recipe sounds delicious. Diane

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    1. Hi Diane, welcome! I can understand you are happy where you are: Charente is a wonderful place to live. I am sure that we will be happy too in Thiviers, as soon as the nightmare of renovation will be over...

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  6. Che bell'abbinamento questa ricetta!!!!

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  7. "...a lavar la testa agli asini si spreca tempo e sapone..." mi sa che si tratta del mio stesso problema: finito tempo, finito il sapone ma il mondo è ancora pieno di asini!! Proverò il tuo approccio ironico ma non garantisco nulla. Ricetta da provare per la sua semplice tradizionalità :-) abbracci da quaggiù.

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    1. Carissima Roby, ti capisco perfettamente. Sinceramente non so se l'approccio ironico sarebbe sufficiente ad evitare di soffocare di rabbia, se ancora dovessi avere a che fare con "gli asini" ogni giorno della mia vita...Ricambio l'abbraccio da quassu' :-)))

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  8. La taiedda!!! Che meraviglia...segna, segna...altra ricetta che mi devi fare. Riguardo agli asini...non riesco ancora a sorridere...me lo riprometto per l'anno nuovo va...per ora li guardo con malcelato fastidio e qualche volta non riesco a mordermi la lingua, per poi uscirne con le ossa rotte e con tanta rabbia repressa...Baci grandi

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    1. Una settimana insieme e finiamo a rotolare come biglie!! No, tesoro: pessima compagnia la rabbia. Non sorridere se non ti viene di farlo, ma non restare arrabbiata per piu' di 5 minuti. Buon fine settimana, bacioni.

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    2. Ahahaha....ma si rotoliamo, che c'importa :)))

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  9. Ho un pensierino per te sul mio blog! :) Buona serata, Roberta!

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  10. Cara Roberta, tu sì che sei saggia, dovrei proprio imparare da te, io mi ci incazzo e tanto anche! Invece dovrei anche io buttarla sull'ironia! Senti, ma questo piatto? Avevo avuto modo di assaggiarlo a casa della madre di un caro amico a Bari e mi era piaciuta tantissimo. Questa tua versione ha un aspetto moooolto invitante, ne mangerei una porzione adesso, guarda, per merenda. Buon sabato, baci

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  11. Carissima, aspetta di essere un po' piu' grande: quando le energie cominciano a diminuire, diventa una questione di sopravvivenza saperle amministrare. Un buon modo per farlo e' scegliere con cura per cosa...incazzarsi... massi'...quando ci vuole ci vuole!! Non e' che io non mi arrabbi mai, anzi, e' solo che a volte e' proprio inutile: meglio riderci su, credimi. Questo piatto e' tipico della zona di Bari. Tu ci scherzi, ma io me lo sono mangiato anche freddo ad un'ora che poteva essere a meta' tra la merenda e la cena...ssshht!...non dirlo a nessuno, pero'!!

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  12. Piacere di conoscerti,sono stata colpita dal nome del tuo blog (mi piace molto sia il nome che il blog!!).
    Spero mi verrai a trovare.

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    1. Piacere mio Mariabianca, benvenuta e grazie. Aspettami che arrivo...

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  13. Non c'è verso..appena vengo a trovarti e leggo il nome del blog parte in testa la famosa canzone! Poi mi resta in testa tutto il giorno !!!!

    La cucina è un luogo mistico. Dove tutto il resto svanisce. Abbandona la gentaccia che non si cura di donare cortesia, e seduta a quel tavolo pensa a cxhi come te ama il buon cibo e la tranquillità.

    Un abbraccio

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    1. ahahahah!! Sono stata tentata di metterla come sottofondo al blog, ma non riesco ad essere csi' perfida...
      Come dire: "Non ti curar di lor ma guarda e...mangia!". Ti abbraccio anch'io, a presto.

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  14. La vita da aereo-dipendente un po' mi manca, ormai sono tanti anni che sono ferma! Ti invidio un po' :) E ancora un po' questo bel piatto :)

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  15. Ma c'hai la mamma pugliese? E non mi dici nulla? Che fortunata che sei! Per quanto riguarda me ed i viaggi, che ti devo dire? Io ci ci vivrei in aeroporto, anzi per me quello è il luogo dell'emozione perché prelude alla partenza, al volo, al momento che aspetto da sempre: partire. Io ho spesso viaggiato da sola per lavoro anche se lo faccio meno adesso per cercare di non abbandonare la famiglia troppo spesso. Ma poi recupero partendo con loro. E comunque anche quando sono sola non mi faccio prendere dall'ansia (quella la riservo tutta al momento del decollo) ed osservo da lontano le persone e come te le catalogo e le fotografo nella mia testa, passando in rassegna i tipi umani più disparati. La maleducazione impera come dici tu, ma a volte si incontrano anche persone carine. Raramente. Preferisco alla lunga gli stranieri. Noi italiani quando viaggiamo, siamo dei pecoroni caciaroni, ci si riconosce anche senza guardare. Soprattutto tutti pensano di essere gli esperti del viaggio e si comportano esattamente come non dovrebbero.
    Riso cozze e patate: pagherei per una bella porzione stasera. Meravigliosa. Un bacione, Pat

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    1. No no: la mia mamma e' toscanissima, di Massa Marittima, ma ha contaminazioni culinarie pugliesi, milanesi e bergamasche...e anche liguri! Hai ragione sulle persone carine, come il gentilissimo signore che si e' offerto di prendermi il bagaglio dalla cappelliera: ero talmente stupita che ho rifiutato!! Che maleducata: non si rifiuta un gesto di cortesia...Ti abbraccio forte.

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